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Zanonato apre al nucleare: “Se avessimo i siti adatti, perchè no”

centrale_nucleareIl neo ministro dello Sviluppo, nel corso della trasmissione “Un giorno da Pecora”, ha affermato di non demonizzare questa forma di approvvigionamento energetico, ma ha subito precisato: “In Italia credo che non si possa fare”. La questione era stata oggetto del terzo quesito del Referendum del 2011 ed è un tema molto sensibile per l’elettorato del PD.

“L’energia nucleare è una forma di energia, se si può gestire non è sbagliata di per sè. In Italia credo che non si possa fare, ma nel mondo c’è. Se avessimo i siti adatti, perchè no? Non mi piace quando si enfatizzano le cose demonizzandole”. Lo ha detto il neo ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato a Un giorno da Pecora, suscitando immediate le reazioni degli ambienti di centrosinistra. Il tema del nucleare è infatti molto sentito tra gli elettori del Pd ed era stato affrontato, e archiviato, nel Referendum del 2011 (il 94,50 per cento dei votanti aveva detto no alla costruzione di centrali atomiche in Italia).

Immediata la reazione del portavoce nazionale di Ecologisti Democratici, Marco Ciarafoni: “E’ sull’economia verde che si ricostruisce il paese: siamo rimasti francamente stupiti delle affermazioni del ministro Zanonato. Se lo lasci dire da chi, come noi, non ha mai avuto un approccio ideologico al problema. Il nucleare è definitivamente uscito di scena e non può essere, in alcun modo, una prospettiva da riaprire. Non solo per ragioni ambientali e per i problemi irrisolti legati alla sicurezza, ma anche per i costi insostenibili del nucleare e per ragioni strategiche. Senza contare l’orientamento chiaro e determinato che il popolo italiano ha dato con il referendum, e che deve essere assolutamente rispettato. Dal ministro dello Sviluppo Economico ci aspettiamo un impegno serio e rigoroso per sviluppare politiche energetiche che abbiano come priorità l’efficienza energetica e le rinnovabili, settori strategici che rappresentano oggi, nel tempo della crisi, occasione di sviluppo e di lavoro. E’ di un modello di sviluppo sostenibile e di qualità che il paese ha bisogno e il motore sul quale far girare la ripartenza è l’economia verde”.

A prendere posizione anche Antonio Di Pietro: “Noi dell’Italia dei valori, che siamo stati l’unica forza politica promotrice del referendum abrogativo, ribadiamo l’inutilità di quell’energia obsoleta, dannosa e pericolosa per la salute dei cittadini e per l’ambiente. Ci batteremo in ogni sede per far valere la volontà di milioni di italiani e, anche se in perfetta solitudine, non consentiremo che le lobby affaristiche, con la scusa delle grandi intese, violino le regole democratiche e calpestino il responso uscito dalla urne. Piuttosto si attivino investendo nelle energie pulite”.

Zanonato ha anche affrontato la questione del Ponte sullo Stretto: “Di per sè potrebbe anche essere una cosa interessante, ma non lo ritengo nel modo più assoluto una priorità per l’Italia”.

Redazione
Il Fatto Quotidiano 02.05.2013

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