L’Italia sta tagliando i rami su cui è seduta, le PMI. Le PMI si indebitano sempre di più con un circolo vizioso dovuto ai debitori che dilatano i tempi di pagamento o falliscono (e quindi si perde tutto il credito). Per sopravvivere sono costrette a chiedere prestiti alle banche a tassi di usura che di solito preferiscono non rischiare e quindi se possono non li accordano. I numeri di PMI in potenziale default sono spaventosi, circa 24.000. Il primo debitore nei loro confronti è però lo Stato che non paga i suoi debiti (ancora circa 60 miliardi da pagare) o li paga con termini di decorrenza ingestibili, mentre le tasse le pretende in anticipo. Una PMI non è per sempre. per farla nascere e vivere, esercizio difficile e che non sempre riesce, ci vogliono anni. Senza le PMI il gettito fiscale crollerà, ma il Governo se ne frega. La morte delle imprese non lo riguarda. Preferisce obbedire agli ordini della BCE e ai vincoli di bilancio. Fa delle imprese il deserto e poi lo chiama ripresa.
Il fornitore di informazioni sul credito Cerved riporta nella sua relazione annuale sulle PMI che “con una domanda ancora debole dei consumatori e la scarsità di credito disponibili, le PMI continueranno a soffrire“. 24.000 piccole e medie imprese (tra € 2m e <€ 50m) sono ad “alto rischio” di insolvenza nei prossimi 12 mesi con circa € 72 miliardi in esposizione al settore finanziario “. Questo confrontato con le circa 18.500 aziende di dimensioni simili che sono andate in default (13.000) o hanno iniziato le procedure per farlo (circa 5,500) tra il 2008 e la prima metà del 2014 (altre 23.000 invece liquidate volontariamente). Con 5,3 milioni di imprese registrate, l’Italia è ancora il paese europeo con il maggior numero di piccole e medie imprese (per quanto ancora?) Ci sono 3,3 milioni di singole imprese (ad esempio ditte individuali), 900.000 società a responsabilità limitata, e poco più di un milione di società per azioni. Il rapporto Cerved copre 144.000 soggetti, di cui 119.000 piccole imprese e circa 25.000 di medie dimensioni, che impiegano circa quattro milioni di persone, con un fatturato combinato di circa € 851 miliardi. Cerved si aspetta che il PIL italiano abbia un’ulteriore contrazione del -0,3% nel 2014 con solo una moderata ripresa nel 2015, con le PMI che cominceranno a aumentare le vendite e la redditività a passo lento nel 2015-2016, in linea con una prospettiva stagnante per l’economia. La debolezza della domanda che hanno dovuto fronteggiare le PMI italiane è stata accompagnata da un rallentamento e poi da una contrazione del credito bancario. Fino al 2008, i prestiti bancari sono infatti cresciuti a ritmi molto elevati, per poi rallentare decisamente; dal 2011 il volume dei prestiti si è invece contratto.