Occorrono mille pozzi di shale contro uno “tradizionale”. E, come è stato raccontato lunedì sera nella puntata di #Report, questi pozzi hanno rendimenti bassissimi: dopo 18 mesi si esauriscono. L’Olanda riconosce che le tecniche di estrazione con il cracking possono causare terremoti. E in Italia? Non è permesso e non è vietato. In pieno stile italiano. Soprattutto, non ci sono controlli, quindi non possiamo sapere se la concessione data a una compagnia petrolifera o del gas comporterà anche Fracking oppure no.
Lombardia e Basilicata e Piemonte sono le regioni dove l’allarme è più alto. In Lombardia sono decine le richieste di concessione. I cittadini sono pronti a scendere ovunque sul piede di guerra.
Ma è tutto il sistema delle risorse energetiche del Paese che non funziona. Che non esiste.
In primo luogo manca un Piano Energetico Nazionale che definisca la strategicità nel settore energetico e delinei le linee guida in materia di necessità energetiche di idrocarburi dal petrolio al gas di fronte a una attuale significativa eccedenza di offerta (circa il doppio del consumato) di energia elettrica e di gas, per le prospettive a medio lungo periodo.
Manca poi una vera informazione diffusa a tutta la catena amministrativa dai decisori politici nazionali, agli amministratori locali dalle Regioni ai Comuni, agli Enti che devono intervenire per la sicurezza, ai cittadini questi ultimi spesso tenuti all’oscuro di quanto avviene sopra e sotto il loro territorio.
Altro aspetto di grande rilievo è quello della sicurezza degli impianti: manca l’attuazione della Direttiva Seveso-DLgs 334/1999 ed i Piani di Emergenza Esterni per le centrali di stoccaggio di metano, considerate dal 2009 attività a rischio di incidente rilevante.
Mancano le direttive di applicazione del Decreto Lgs n. 61 del 11 aprile 2011 “Attuazione direttiva europea sulle infrastrutture critiche” (per l’energia e i trasporti) per la protezione da atti terroristici.
E manca un chiaro indirizzo sul monitoraggio e sulle reti sismiche, sulla loro gestione pubblica trasparente ed indipendente e per la corretta informazione ai cittadini.
Manca ancora una valutazione sulla liquefacibilità dei suoli nelle zone a presenza di sorgenti sismiche e sulla presenza, in quelle zone sismiche, delle nuove tubazioni dei metanodotti con diametri e pressioni di esercizio ragguardevoli fra 1.000 e 1.400mm a 75 bar di pressione, spesso vicino a case e industrie.
Manca l’attuazione del principio europeo di precauzione rispetto alla presenza di attività di stoccaggi di metano con iniezione di fluidi ad alte pressioni, con il rischio di attivare e innescare sismi indotti dalle attività umane accelerando processi naturali, in siti dove sono accertate le presenze di sorgenti sismogeniche naturali.
D’altra parte la Commissione internazionale ICHESE, lo ricordiamo, (istituita per valutare le cause del sisma dell’Emilia Romagna del maggio 2012) ha valutato che “non si può escludere la connessione fra attività umane con l’iniezione di fluidi in prossimità di sorgenti sismogeniche attive e sismi” con riferimento alle sorgenti sismogeniche di Mirandola e Ferrara ed alle attività minerarie del Cavone stabilendo una correlazione fra attività minerarie e terremoto.
Per queste ragioni occorre sapere chi e quanto ci guadagna in questa situazione con riferimento ai grandi accordi per l’acquisto di enormi quantità di gas metano, quali sono le prospettive di sviluppo energetico rispetto alle fonti rinnovabili.
In assenza di norme certe e di fronte ai rischi ed ai pericoli cui si sottopone la popolazione è necessario sospenedere tutte quelle attività a partire dai progetti di sovrapressione, di nuove centrali di stoccaggio, di installazione ed attivazione di tubazioni di reti metanifere posizionate sopra e immediatamente vicine a sorgenti sismogneiche sulla cui localizzazione parlano con chiarezza i dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Crediamo nello sviluppo sostenibile e rinnovabile del Paese, non nella sua demolizione con sismicità attivate da attività dell’uomo, nel solo interesse delle società di ricerca, di stoccaggio, di installazione delle tubazioni della rete metanifera sull’intero territorio nazionale, aree marine comprese.
Scritto da M5S Camera News