Il congresso conclusivo dell’Indagine Conoscitiva “Sostenibilità del nostro Sistema Sanitario Nazionale” ha sancito la passerella di “autorità” sanitarie e di portatori di interesse (chiamati in inglese “stakeholders”) già vista nel corso dell’indagine.
I presidenti delle due commissioni Affari Sociali e Bilancio hanno condotto unasfilata di doppie e triple poltrone, alla base di ogni conflitto di interesse italiano in sanità.
Eravamo persino nella ridicola situazione che per sentire le più alte “cariche” dei presidenti di Ordini Sanitari come Farmacisti, Medici, Infermieri, Odontoiatri, avremmo dovuto audire, non dei tecnici, ma gli stessi Senatori eletti del PD e PDmenoELLE, come Bianco, Lettieri, Mandelli, Silvestro; la situazione si è risolta presentando i loro vice.
Sulla passerella sono sfilati i presidenti di Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco),Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), il direttore della rivista “Osservasalute” (rivista totalmente pagata con soldi pubblici), docente universitario UNICAMPUS e neo nominato commissario dell’Istituto Superiore di Sanità, W.G. Ricciardi, ex candidato Scelta Civica in Regione Lazio; a Roma chiamato “il Papa” nel suo ambiente sanitario.
Il leitmotiv dell’indagine conoscitiva è stata la Sanità Integrativa, cioè l’ingresso di migliaia di fornitori privati in competizione col nostro Servizio Sanitario Nazionale. Concorrenza sleale visto i privati spesso sfruttano gli infermieri pagandoli a partita iva nelle Residenze Sanitarie Assistite.
Il ministro Lorenzin evidentemente in balia dei vari Ricciardi, Pani (AIFA) e dei funzionari ministeriali ha insistito fin dall’inizio sulla necessità di pensare ad una universalità “mitigata” del SSN (ovvero non più per tutti) e di ricorrere alleassicurazioni integrative.
Il nostro sistema sanitario è costoso e poco efficiente, questa la tesi, quindi l’ingresso dei privati è inevitabile. Il crack della Fondazione San Raffaele parla da solo a smentirli.
Noi non la pensiamo così, la salute è un diritto sancito dalla Costituzione, paghiamo già il sistema sanitario, con le nostre tasse e con i ticket. Costringerci a pagare un’assicurazione per coprire le prestazioni che il servizio sanitario non riesce a garantire vuol dire farci pagare due volte.
Come al solito si tenta di tappare i buchi dovuti alla cattiva amministrazione statale, lo “spoil system” di partito, a spese dei cittadini e a discapito della loro salute. Nel 2014 ancora risuonano attuali le parole di Giuseppe D’Agata nel suo racconto “Il Medico della Mutua”. D’Agata fu espulso dall’ordine dei medici per il suo racconto di denuncia, poi magistralmente interpretato da Alberto Sordi, un documentario sulle truffe di sistema e di carriera dei dirigenti sanitari.
Da allora, il sistema politico sanitario non è cambiato. È lapalissiana la collusione politica per “certificare” come inefficiente e poco appetibile la sanità pubblica, creando disservizi, sprechi enormi, svuotando un pezzo alla volta gli ospedali, lasciando lievitare le liste d’attesa, aumentando i ticket per le prestazioni, che a volte sono addirittura più alti di quanto costerebbero privatamente. Tutto questo, pare un disegno per far fuggire gli utenti dal pubblico e spingerli tra le braccia dei privati.
Le difficoltà della sanità si superano affrontando il problema alla radice ed in maniera strutturale, non trasformando la sanità in un business, la salute in una merce e in profitto.
Abbiamo già da tempo intrapreso un percorso che ci permetterà presto di avere una nostra proposta, la nostra visione di Sanità Pubblica.
I punti principali sono:
Ri-centralizzare alcune competenze di “governance”, ora in capo alle regioni, per garantire una visione più organica ed eguali servizi a tutti i cittadini.
Puntare su una sanità di iniziativa in cui sono i medici, gli operatori sanitari, ad andare dal cittadino prima che si ammali.
Fare una vera prevenzione primaria, basata anche sulla scelta di attività produttive sostenibili e non inquinanti. Le patologie dovute all’inquinamento, oltre alla sofferenza e ai drammi sociali, aggravano fortemente i costi della sanità.
Fondamentale puntare su un vero contrasto alla corruzione. I costi dovuti alla corruzione in sanità sono stimati in almeno il 5-6% (più di 6 miliardi di euro). Come MoVimento 5 Stelle avevamo proposto di audire, durante l’indagine conoscitiva, anche un esperto di corruzione in sanità, richiesta respinta. Molto più importante, evidentemente, audire gli stakeholder delle assicurazioni.
Un altro punto imprescindibile, abolire le nomine politiche dei direttori generali come pure dei primari, che creano dei veri e propri feudi in cui i partiti possono spartirsi l’enorme torta della nostra sanità.
Una sanità pubblica, efficiente e universale è ancora possibile, se c’è la volontà politica.
Scritto da Affari Sociali M5S