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Non posso non esserci!

Rimuovere un intoppo, la casta che blocca il corso normale della democrazia nel nostro paese. Questo lo scopo del nostro movimento, quando si è imposto alla corrotta attenzione dei media anni fa. Non essere più costretti a sentirci una democrazia di serie b, annoiati prima dai discorsi di presidenti del consiglio deliranti e poi da quelli di sommessi contabili asserviti ad una moneta.

Un popolo mai protagonista di nulla, con una storia ed una cultura uniche lasciate nelle mani di personaggi che parlano a quel popolo dalla tazza di un cesso, da una cena elegante oppure da un esilio in Nord-Africa. Avvilito da saccenti provenienti da grandi università, che parlano tra loro con idee di altri, dove non hanno pubblicato quasi nulla, sino alle umiliazioni più estreme: il governo del nipote e quello del bugiardo compulsivo. Oggi, come un vecchio camino spento, l’insignificante vuoto nulla occupa quella poltrona in attesa di sviluppi, come nella storia infinita.

Ci siamo imposti con parole guerriere, mandare a casa una casta occupante spazio: così in molti si aspettavano e pregavano incidenti, eppure in questi anni non abbiamo neppure lasciato una carta per terra. Veri italiani, e come veri italiani siamo stati imprevedibili al punto da costringere i media a sperare negli incidenti di piazza.

E’ incredibile, la casta si difende oggi, divisa e frammentata, agitando tutti gli spettri possibili del passato: solo l’ex badante della nipote di Mubarak, l’uomo che non ha nulla da perdere, incandidabile e oramai neppure più condannabile, per raggiunti limiti esistenziali, tira fuori l’ultimo coniglio dal cappello, anzi due conigli. Uno vecchio e l’altro nuovo. Mentre gli addetti alle misure dei cuscini da mettergli sotto il sedere ai talk show sono chiamati a compiti sempre più ardui, lui ripete le vecchie e mai mantenute promesse e agita il nuovo spettro: noi, il movimento!

Guardate quello che sta succedendo, osservateli con attenzione: sono in brandelli, si travestono, tolgono e mettono pezzi di simbolo e nomi dai loro imbrogli: lega, libera non più nord, di sinistra ma anche no, abbasso l’abbacchio ed evviva i meloni sgarbati, evviva i re delle cliniche private del Lazio e della Lombardia, ne resteranno soltanto due: noi ed il partito di plastica.

Siamo rimasti soltanto noi e Forza Italia, il movimento si confronta con il più grande ed efficace spot pubblicitario dopo la Coca Cola di tutti i tempi. Un giovane candidato presidente del consiglio è costretto a confrontarsi con un ologramma truccato e incandidabile. Luigi non può rifiutarsi, dovrebbe essere impossibile che l’Ex cavalier-badante sia lì… ma il Presidente tace, i giornalisti gli mettono dei cuscini sotto le chiappe, l’ex capo dell’ex Lega Nord si nasconde dietro quell’ologramma, l’ex sinistra è diventata la banca intorno a noi ed ha partorito una scialuppa di salvataggio capitanata da piagnucoloni e brontoloni. Quelli che hanno sempre ruminato la demolizione dello stato sociale per conto della finanza adesso si dissociano. Ma il mondo non è un utero in affitto, sono tempi difficili, non c’è da scherzare.

Il movimento è nato su quelle parole guerriere e si è nutrito della saggezza migliore degli italiani: adesso siamo qui, a confortarci con il lato più oscuro e nebbioso del carattere del nostro popolo.

Nelle stanze dei bottoni sono davvero disperati se contano su un pubblicitario da cassazione! Diamogli l’ultima spallata!

di Beppe Grillo

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