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Petrolio-Rischio sismico e la geotermia fermano Cogeid

ricerche-petrolifere gesualdoI freni anche alle ricerche in Irpinia. Oltre al “Rapporto Ichese” un ostacolo per le perforazioni a Gesualdo sono i dati Cnr

Non dovrà andare lontano la commissione tecnica del Ministero dello Sviluppo Economico per all’Unmig per prendere atto di uno degli ostacoli più significativi al progetto di una industria mineraria degli idrocarburi in Irpinia. Basterà consultare i dati raccolti per mesi poco lontano dal teatro delle ricerche, a Guardia Lombardi. Il progetto è denominato appunto ‘Guardia’, e documenta una attività geotermica naturale nel sottosuolo del monte Forcuso, in una regione dell’Irpinia prossima geologicamente parlando all’area individuata per le ricerche petrolifere tra Gesualdo e Frigento.
Indiscrezioni circolate in queste settimane già confermano l’interessamento della commissione tecnica campana per questa circostanza. Tuttavia, mentre nel Paese infuriano le polemiche a proposito del Rapporto Ichese sul nesso non escludibile tra attività mineraria e terremoti (che potrebbero essere stimolati nelle zone ad alto rischio, dalle trivellazioni), il caso specifico del Forcuso rappresenta a prescindere un baluardo difficilmente superabile dalle velleità dalla joint venture permissionaria (del progetto Nusco), quindi dello stesso Ministero dello Sviluppo Perforazioni - Fonte OttopagineEconomico. Fino ad oggi è stato proprio il Mise il maggiore e più autorevole avversario dei comitati, delle organizzazioni sindacali e dei cittadini contrari ad una industria petrolifera in Irpinia. Il Mise, come ha puntualmente rappresentato alla Cameria Simona Vicari nello scorso mese di settembre, rispondendo ad una interpellanza urgente presentata dal primo firmatario Luigi Famiglietti, nutre per l’Irpinia un interesse di ordine strategico: accertare se i depositi di idrocarburi che alimentano le piattaforme in Basilicata da un secolo giungono anche nel cuore del Cratere, sconvolto dal sisma del 1980. Un interesse reiterato nel tempo, come documentano le tabelle in alto, visto che nel quadrante oggi interessato tra il Forcuso e l’Ufita tra la fine degli anni ’50 e metà del decennio successivo l’Agip ha cercato molto senza trovare nulla. Se a questo si aggiungono i dati raccolti nel 2012 dal Cnr, nell’ambito del progetto ‘Guardia’, il Mise ha già tutti gli elementi per escludere definitivamente l’Irpinia e il Sannio dalla mappa dei titoli minerari anche nei decenni a venire.

di Christian Masiello
Ottopagine 20.04.2014

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