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Dragone, crisi gravissima

DSC_4708Ieri l’allarme lanciato dal Forum Ambientale dell’Appennino
“A rischio il cuore idrografico dell’intera regione che disseta sei milioni di persone…”
Appello alle istituzioni: bonifica urgente, coinvolgere gli enti di approvvigionamento idrico

“La bonifica della Piana è urgente, per evitare l’inquinamento delle sorgenti, che danno l’acqua a sei milioni di persone”. Questo il campanello d’allarme lanciato dal geologo Giuseppe Liotti ieri al convegno promosso dal Forum Ambientale dell’appennino meridionale. La Bocca del Dragone oggi è un tappo che sigilla un’enorme vasca carica d’acqua, costituito da materiale piroclastico e materiali sabbiosi che sono sede di acqua stagna. Quella stessa acqua che a contatto con la roccia, la penetra e va a finire nella falda idrica di base. Per questo è urgente e necessario intervenire DSC_4718tempestivamente con una bonifica della Piana. Lo hanno confermato a più riprese e da diverse angolature, tutti i relatori intervenuti, dal Sindaco Marino Sarno, determinato a ottenere i finanziamenti richiesti per la realizzazione delle opere concorrenti ai biandi per l’Accelerazione della spesa, al geologo Sabino Aquino, Giovanni De Feo dell’Università di Salerno, e Virginiano Spiniello, docente di marketing ecologico. Ad oggi la piana di Volturara è una conca su cui insistono: acque reflue domestiche non depurate; depuratore comunale non adeguato; discariche comunali in esercizio fino agli anni ’80 tombate e micro discariche illegali di rifiuti urbani e speciali nell’intero bacino idrico; valloni e torrenti veicoli di rifiuti e altri materiali; stato del canale di adduzione, vasca e inghiottitoio della Bocca del Dragone DSC_4710stessa; carico inquinante delle attività agricole e zootecniche; incuria e disinteresse sociale. Pronto a costruire intorno all’acqua la matrice ambientale dell’intera provincia, il geologo Sabino Aquino, che non ha fatto mancare un’appasionata riflessione sulla Pavoncelli bis, e sulla recente sentenza del Tribunale delle Acque. “Il reticolo idrografico dell’Irpinia è una cloaca a cielo aperto, e gli impianti di depurazione sono inadeguati ovunque: basti pensare che solo su Avellino confluiscono 40 comuni” ha denunciato. “Non esiste deflusso minimo vitale dei fiumi, e ritengo che la galleria Pavoncelli bis vada bloccata. I sindacalisti non sanno di cosa parlano: la galleria in 100 anni non ha mai perso acqua; sono gli acquedotti che perdono”. La Piana del Dragone è il cuore idrografico regionale: “Il Terminio ha un rendimento di 40 litri a chilometro quadrato, unico caso in tutto l’Appennino meridionale. Per non parlare degli invasi di Conza, Castelbaronia e Monteverde. Da qui parte una dotazione idrica di 200 litri d’acqua, per sei milioni di abitati e per l’uso irriguo. E’ arrivato il momento di occuparcene seriamente”.

di Elisa Forte
Ottopagine versione cartacea 18.05.2014

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