“Lo chieda a Rognoni (il dg di Infrastrutture Lombarde arrestato per turbativa d’asta e truffa, ndr) come si fa antimafia”, con queste parole, di fronte a una platea di studenti, il MoVimento 5 Stelle Lombardia ha contestato duramente l’intervento del Presidente regionale Maroni a un convegno sulla legalità e sulla lotta alla mafia, in ricordo delle vittime della criminalità organizzata. Tra gli applausi dei giovani. L’evento di promozione della legalità come valore cade esattamente a un giorno esatto dall’arresto del potentissimo Antonio Rognoni, amministratore delegato di una società controllata dalla Regione Lombardia “Infrastrutture Lombarde”, che gestisce appalti tra cui Expo e Pedemontana. I reati contestati a Rognoni, diretta emanazione del plurindagato per corruzione Roberto Formigoni, vanno a vario titolo dalla truffa alla turbativa d’asta e al falso e associazione per delinquere. Uno degli appalti contestati riguarda proprio Expo: 1,2 milioni di euro per incarichi di consulenza legali. Ecco cosa nasconde Expo.
Maroni, uno tra i politici più sopravvalutati del secolo, ha una faccia di bronzo da vendere: solo una decina di giorni fa proponeva, insieme alla Lega Nord, proprio Rognoni a sub commissario Expo per la regione. Insomma ascoltare la suacialtroneria nello spiegare la legalità agli studenti, quando i suoi risultati nella prevenzione del fenomeno sono solo un vergognoso perseverare nell’inerzia, a danno di tutti.
Sono molti mesi che il lavoro del MoVimento 5 Stelle in Regione si è concentrato, proprio sulla legalità, sulle irregolarità degli appalti pubblici, tra cui quelli gestiti da Infrastrutture Lombarde e sulla figura di Rognoni. Che dire poi dell’assegnazione di un budget pari a zero per il contrasto alla criminalità organizzata nel bilancio della Regione Lombardia di quest’anno? Avevamo parlato allora di “bilancio penoso” e chiesto risorse, ma anche qui la nostra denuncia è stata ignorata dai partiti. E che dire delle nostre richieste di allontanare certe aziende dai cantieri Expo o di allontanare i capo cantieri nominati da MM e dalla stessa Infrastrutture Lombarde? Tutte inascoltate. E che dire della nostra richiesta di adottare la legge 190 per la realizzazione di un Piano triennale prevenzione corruzione anche per i gruppi politici, proposta osteggiata? Non arretremo di un millimetro nella denuncia dell’illegalità e del malaffare e nella reale promozione di una cultura della legalità fuori, e soprattutto dentro le istituzioni: tutelare gli appalti dalle infiltrazioni mafiose significa lavorare contro l’affiliazione, l’omertà e l’intimidazione. E spezzare il legame tra criminalità e politica. E senza essere profeti sappiamo che la Magistratura, dopo Rognoni, dovrà farci capire chi erano i mandanti politici delle operazioni di milioni di euro contestate. Vogliamo scommettere che ancora una volta i politici ci sono dentro fino al collo? La commissione antimafia deve gridare forte che la volontà politica è quella di fare lotta alla mafia. Sino ad oggi ha preferito lasciarci soli nelle nostre denunce.
Vediamo cosa cambierà dopo l’ennesima prova della nostra lungimiranza.” M5S Lombardia