Avete visto il rapporto Istat sulla natalità? Calano i nati e diminuisce il tasso di fecondità, lontanissimo da quel “tasso di sostituzione” che servirebbe a mantenere la popolazione totale su livelli almeno costanti (poco oltre i 2 figli per donna).
I dati sono allarmanti:
473.438 bambini nati nel 2016, cioè -12mila sul 2015 e -100mila rispetto a 8 anni fa. Come sottolinea l’Istat il calo riguarda in particolare le famiglie italiane. Il tasso di fecondità complessivo è in calo a 1,34 per donna, 1,26 per le donne italiane. Senza l’apporto degli immigrati i risultati sarebbero ancora più tragici. E personalmente posso dire che è una tristezza. Perché vuol dire che gli italiani non si sentono nelle condizioni di poter fare una famiglia o di poterla allargare.
Questo vero e proprio tracollo si spiega con le politiche dei governi di centro-destra e di centro-sinistra. Il filo rosso che ha unito tutto l’arco politico in questi anni riguarda due settori in particolare:
– la spesa per il sostegno alle famiglie e ai bambini, che secondo i dati Eurostat è stabile intorno ad un misero 1,5% del Pil contro l’1,7% medio della Ue e il 2,5% della Francia (paese che vanta un tasso di fecondità maggiore di 2)
– il mercato del lavoro, liberalizzato e reso precario anno dopo anno fino al Jobs Act del governo Renzi, e gravato da una disoccupazione reale che si aggira intorno ai 6 milioni di unità
Come possiamo pretendere che giovani disoccupati o sottoccupati, senza reddito, abitazione e stabilità lavorativa mettano su famiglia, con tutti gli oneri economici che ciò comporta? E come possiamo pretendere che chi, nonostante tutto, ha il coraggio di farlo si permetta anche il lusso di una famiglia numerosa? Nel paese transalpino sin dal 2006 si è garantito un assegno mensile da 750 euro alle madri che scelgono il congedo di maternità di 1 anno e le garanzie per le madri lavoratrici sono ben più solide che nell’Europa meridionale e centrale.
Maternità e carriera possono e devono andare insieme.
A ciò si aggiunga che le famiglie francesi con tre o più figli godono di sensibili vantaggi per l’uso dei servizi essenziali, il sistema fiscale per le famiglie è molto favorevole e le scuole materne sono gratuite. Infine, dal 2001 il congedo di paternità può durare fino a 14 giorni e dal 2004 per ogni figlio c’è un premio alla nascita di 800 euro. Questa è una vita di qualità. Più garanzie alle famiglie, più figli: più felicità! È un impegno solenne che porteremo a compimento nell’arco della prossima legislatura se andremo al governo. Sappiamo già cosa fare, sappiamo già che funziona. Lo faremo. Perché per far crescere l’Italia bisogna tornare a fare figli e le famiglie vanno sostenute seriamente.
Chi sono i populisti? Il partito che si vende un bonus mamma come una misura rivoluzionaria o chi, come noi, vuole replicare in Italia le buone pratiche della vicina Francia?
di Luigi Di Maio