Ecologia Rifiuti

Energia dagli scarti, la sfida delle biomasse

Residui vegetali e dalla produzione del vino in Valle Ufita. Gli imprenditori: ma troppi ritardi.
Lo sviluppo dell’Irpinia è direttamente proporzionale al rispetto dell’ambiente. Per questa ragione la Provincia di Avellino ha intenzione di costruire un impianto di gestione anaerobica in Valle Ufita. Si tratta di un processo che avviene in assenza di ossigeno e consiste nella demolizione di sostanze vegetali e animali complesse con la conseguente creazione di un gas in grado di produrre calore ed energia per le aziende. <<Abbiamo preso in considerazione questa ipotesi – spiega Domenico Gambacorta, assessore provinciale all’Ambiente – perché riteniamo che lo sviluppo industriale non possa essere inversamente proporzionale al rispetto per la natura, considerando una vocazione sia agricola che turistica dell’area. Poiché crediamo realmente nella nascita di un polo dell’agroalimentare in Valle Ufita, non potevamo da subito non pensare di realizzare un impianto del genere in questa piattaforma. La scelta, infatti, non solo favorisce occupazione e lavoro, ma salvaguarda il verde, ricchezza e patrimonio inestimabile. Per tale ragione nella prossima giunta tratteremo in maniera dettaglia l’argomento e proveremo a deliberare>>. Oltre al pubblico, anche i privati non vogliono rinunciare alla moderna sfida energetica. Sono in aumento gli imprenditori della provincia che hanno investito in biomasse o hanno interesse a ricevere informazioni a riguardo. Sabino Basso, presidente di Confindustria Avellino e noto per il suo rinomato olio, ha dichiarato di avere una sensibilità particolare nel riutilizzo degli scarti vegetali: <<Da un bel po’ di tempo a questa parte siamo attenti a utilizzare i residui per creare nuove energie caustiche. Per il settore agroalimentare l’utilizzo di energie alternative non solo favorisce l’ambiente e la natura, ma permette di abbattere notevolmente i costi. Grazie a diverse fonti rinnovabili si possono dimezzare le bollette e avere vantaggi non marginali>>. Numerose sono le cantine, in particolare nei centri della geografia docg del vino, basti pensare a Taurasi o Tufo, che hanno deciso di utilizzare le ultime tecnologie per trarre vantaggi dagli scarti vegetali, non più utilizzabili. La vera scure da abbattere restano i contenitori, sempre più ingombranti. Così Enzo Lo Conte, imprenditore di Ariano Irpino, ha investito i propri risparmi in Garby, tecnologia all’avanguardia che permette di comprimere i volumi dei materiali, dimezzando i costi: <<Con queste isole ecologiche le spese di stoccaggio, raccolta e smaltimento sono dimezzate rispetto agli standard attuali. Abbiamo preso questo franchising perché riteniamo che l’Irpinia abbia bisogno di nuove soluzioni>>. L’imprenditore, però, denuncia i rallentamenti dovuti alla burocrazia: <<A causa della mancanza di organizzazione da parte della Camera di Commercio che non convoca l’apposita commissione in grado di inserirci nell’albo dei gestori ambientali rischiamo di perdere impianti già progettati e in attesa di essere istallati in Comuni, centri commerciali ed enti. I tempi della burocrazia, in particolare in Campania, spesso demoralizzano coloro che decidono di spendere tempo e denaro in processi innovativi>>. Pochi sono i casi virtuosi come quello di Pasta Baronia, dove grazie all’impegno degli enti preposti è bastata una sola conferenza di servizi per dare l’autorizzazione ad installare l’impianto di cogenerazione , mentre molti sono i casi in cui esistono difficoltà e rallentamenti dovuti all’attuale iter burocratico. <<Dobbiamo essere compatti – conclude Gambacorta – per favorire iniziative innovative. I rifiuti possono creare opportunità, occupazione e sviluppo. Non dobbiamo perdere il treno>>. La nuova sfida da parte delle istituzioni, presenti sui territori, sarà proprio quella di sensibilizzare gli imprenditori verso tale tipo di cultura con la diffusione di impianti, già utilizzati da qualcuno negli ultimi tempi, ma ancora non del tutto conosciuti e apprezzati in Irpinia.

Edoardo Sirignano
Il Mattino 4.02.2013

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