A Torella dei Lombardi le istituzioni locali hanno ritrovato la coesione necessaria per approntare la difesa dal rischio di uno scempio ambientale. Ai sindaci rende merito il ‘Comitato no petrolio in Alta Irpinia’ (vedi l’intervento del referente Alfonso Faia, riportato a piede pagina), ringraziando l’iniziativa di Arcangelo Lodise, che con determinazione ha perseguito l’obiettivo del documento politico-istituzionale. La coesione ritrovata è la premessa di un successo che richiederà altre tappe fondamentali. La prossima è in Ufita. Il prossimo 9 febbraio le amministrazioni comunali si ritroveranno a Castel Baronia per completare sul versante Ufitano la raccolta delle adesioni al documento politico-istituzionale. L’assemblea metterà insieme i sindaci della Baronia e dell’Ufita, per iniziativa del Comitato di Faia e del sindaco Carmine Famiglietti. Come a Torella, interverranno nuovamente il professor Franco Ortolani della Federico II di Napoli e Alessio Valente, docente all’Università del Sannio, già esperto di questioni petrolifere della Basilicata, attualmente coadiutore della Provincia nella stesura delle osservazioni, che saranno trasmesse alla Regione Campania nelle prossime settimane. Il nuovo convegno di Castel Baronia servirà a completare la platea delle istituzioni locali schierate contro la realizzazione in Irpinia di una industria del petrolio. Ma soprattutto darà forza al fronte di opposizione alla richiesta di perforazione a Gesualdo di un pozzo esplorativo. Il diniego posto dal Consiglio comunale di Gesualdo (prima dello scioglimento), supportato dalle relazioni scientifiche prodotte dal ‘Comitato no petrolio in Alta Irpinia’, oggi pongono già un ostacolo tra la joint venture impegnata nelle ricerche (Italmin e Cogeid) e il permesso di perforare.
A questo si aggiungono i rilievi già fatti dal Comune di Frigento, direttamente coinvolto nell’impatto ambientale dell’eventuale impianto, destinato dalla Italmin in un ex stabilimento per il trattamento di rifiuti inerti, ubicato proprio a ridosso del confine tra i due paesi. Come si è dimostrato per Oliveto Citra (ed in altri casi), dove si doveva realizzare un inceneritore a poche centinaia di metri dal Comune di Senerchia, il mancato coinvolgimento dei Comuni confinanti sui pareri per la ‘Via’ ha portato al blocco delle autorizzazioni, così come disposto dal Tar. Sulla vicenda si pronuncerà anche il Consiglio provinciale. La Regione dovrà esprimere le proprie valutazioni entro la fine del mese di febbraio. Intanto l’attività di sensibilizzazione sui rischi del petrolio si appresta a varcare la soglia delle scuole. Il Comitato sta preparando un programma di volantinaggio nelle piazze e di lezioni tematiche a beneficio degli studenti.