Punire chi risparmia energia o ne consuma poca. Punire anche chi la produce da fonti rinnovabili e non la preleva dalla rete. E’ questa la filosofia dietro la riforma delle tariffe elettriche che entrerà in vigore il primo gennaio 2016, varata dal Governo Renzi: una filosofia in rotta di collisione con gli obiettivi che l’Unione Europea assegna agli Stati membri. Per questo i parlamentari europei Dario Tamburrano e David Borrelli, assieme al senatore Gianni Girotto(naturalmente tutti del Movimento 5 Stelle), hanno inviato una lettera alla Commissione Europea chiedendo di tenere sotto costante osservazione il processo dal quale scaturirà l’architettura della nuova bolletta italiana.
LA LETTERA E IL RISCHIO D’INFRAZIONE
La lettera, indirizzata al commissario europeo Miguel Arias Cañete (Politiche energetiche e climatiche) ed al capo del suo gabinetto, Dominique Ristori, mira a disinnescare l’ennesimo pasticcio italiano che vuole penalizzare le energie pulite e che potrebbe portare all’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia.
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PENALIZZATE LE FAMIGLIE ITALIANE
L’AEEGSI (Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Servizio Idrico) ha diffuso un documento di consultazione relativo alla riforma della tariffa domestica dell’energia elettrica nel quale pone come base esplicita delle proprie scelte la preoccupazione di stabilizzare il gettito fiscale delle bollette, mitigando e limitando i risparmi di chi preleva dalla rete una quantità ridotta di energia. All’interno di questo documento, l’opzione ritenuta preferibile dall’Autorità consiste nel trasformare in una quota fissa ed indipendente dal consumo la quasi totalità dei “servizi di rete” e la metà degli “oneri di sistema”. La conseguenza sarebbe un rincaro della bolletta pari al 10-30% per le utenze domestiche che consumano meno di 3.500 kilowattora/anno: la generalità delle famiglie italiane.
PENALIZZATE LE RINNOVABILI
Ma non solo. Attualmente, gli impianti domestici per l’autoconsumo di energia prodotta da fonte rinnovabile sono economicamente vantaggiosi soltanto perché esentati dal pagamento di una parte degli oneri di rete e di sistema. Con la riforma della tariffa domestica tratteggiata dall’Autorità, l’esenzione verrebbe a cadere. Nello stesso modo, non sarebbe più premiante dal punto di vista economico la riduzione dei consumi ottenuta da coloro che hanno investito in elettrodomestici e dispositivi più efficienti.
UNA RIFORMA CONTRO L’EUROPA
Oltre che sugli investimenti già effettuati o in programma che mirano a ridurre il prelievo di energia elettrica dalla rete, questa “riforma” della bolletta avrebbe effetti negativi anche sulle opportunità di sviluppo delle tecnologie per l’efficienza energetica e per fonti rinnovabili. Soprattutto, andrebbe nella direzione esattamente opposta rispetto a quella prevista dalle direttive europee sull’efficienza energetica e sulla promozione dell’uso delle rinnovabili.
LA DENUNCIA
Oltre alla denuncia dei portavoce M5S sulla riforma delle tariffe elettriche, Elio Lannutti – presidente ADUSBEF e Rosario Trafiletti, presidente di Federconsumatori segnalano la problematica dell’abolizione del mercato tutelato. Il primo ha ribadito: “I consumatori saranno catapultati nella giungla di questi signori, con attivazioni non richieste e molto altro. Non vorrei che ci fosse un’intelligenza studiata con altre pseudo attività di controllo, che vanno a braccetto con i controllati“. Il secondo ha dichiarato: “Il mercato è poco trasparente e pieno di raggiri e truffe di ogni tipo. Ci saranno poi tariffe più elevate del 15/20%“.