Nitti: le trivellazioni mettono a rischio i borghi, grave il silenzio di Caldoro ad Avellino
Il Comitato <<No Trivellazioni Petrolifere in Irpinia>> chiede un maggiore coinvolgimento da parte degli enti locali, in particolare dei sindaci. Vincenzo Nitti portavoce del movimento di Gesualdo, spiega l’importanza del sostegno da parte dei primi cittadini, in una battaglia fondamentale per il futuro dell’area, e rilancia la questione che sarà all’ordine del giorno della tre giorni che si aprirà oggi sulla vertenza Alta Irpinia. <<La questione idrocarburi riguarda l’avvenire dei piccoli borghi. – dice – Bisogna scegliere se voler investire su risorse basate sulle trivellazioni, o puntare su agricoltura, turismo e fonti di ricchezza sostenibili. In un summit sull’Alta Irpinia e sullo sviluppo di quest’area, pertanto, non si può escludere il confronto con un problema che riguarda non solo Gesualdo e i Comuni limitrofi, ma una zona più vasta, che comprende circa 19 municipalità e dove in caso di parere positivo da parte della Regione Campania partirebbero subito le ricerche>>.
Il gruppo di attivisti, impegnato nella cittadina dove andrebbe ad essere realizzato il primo pozzo esplorativo, pertanto chiede aiuto ai sindaci di partecipare attivamente alla tre giorni, in cui amministratori e comunità si confronteranno a Nusco. <<Il petrolio – ribadisce Nitti – rientra a pieno titolo nella vertenza quando si parla di Irpinia penalizzata. Non opponendosi attivamente agli idrocarburi si mettono a rischio il patrimonio idrico, le risorse naturali e un tessuto produttivo, che potrebbe essere fortemente danneggiato da eventuali trivellazioni. Senza il confronto istituzionale la battaglia può essere persa in partenza>>. In un precedente incontro, tenutosi presso l’abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi, gli organizzatori del forum denominato <<Giù le Mani>> avevano deciso di tener fuori la politica e di proseguire con un movimento civico. Questa scelta, invece, è stata scartata dal Comitato <<No Trivellazioni Petrolifere in Irpinia>> che ritiene necessario un confronto: <<La protesta deve partire dagli enti locali. I sindaci devono far sentire la propria voce. In sinergia con i parlamentari irpini e con gli esponenti provinciali presenti a Palazzo Santa Lucia, riusciremo a far prevalere le ragioni dei comitati nei palazzi che contano. Attraverso una cooperazione ben radicata ed uno spirito propositivo, vogliamo che le analisi, presentate dal sottosegretario Vicari, siano incrementate da nuove tesi e relazioni, in cui vengano rimarcati gli svantaggi che il petrolio potrebbe arrecare ad un territorio a forte rischio sismico>>.
Nitti si dichiara insoddisfatto per quanto affermato dal presidente della giunta regionale, Stefano Caldoro, durante l’assemblea di Confindustria Avellino: <<Ha parlato di infrastrutture e di nuovi investimenti, ma ha continuato a tacere su un problema che riguarda il territorio e che potrebbe rappresentare un ulteriore taglio per una provincia già penalizzata. Il silenzio sta durando troppo. I territori meritano una risposta>>. La battaglia dei comitati, però, non si ferma nei soli palazzi partenopei, ma continuerà anche nelle stanze della capitale. <<L’interessamento da parte dell’onorevole Luigi Famiglietti – conclude Nitti – è un punto di partenza Presenteremo nuove osservazioni al Ministero competente. Il Parlamento sarà aggiornato in maniera costante su cosa accade nei luoghi in cui è previsto il primo pozzo esplorativo. Dalle scuole fino ai centri del potere, c’è bisogno di sensibilizzare le popolazioni verso un pericolo, che in un modo o nell’altro, vede coinvolti tutti. Ecco perché non bisogna abbassare la guardia>>.
Di Edoardo Sirignano
Il Mattino di Avellino 04.10.2013