I Carabinieri sequestrano un’area di cinquemila metri quadrati: carcasse anche dall’estero
Non si può dire che fosse una discarica invisibile. Anzi. 5mila metri quadrati, sono queste all’incirca le dimensioni di un cimitero di veicoli a soli 2 chilometri dal centro abitato di Calabritto, in un’area Pip destinata alla lottizzazione. In verità, quel deposito era nato come un centro di raccolta gestito da una società che avrebbe dovuto demolire e smaltire i mezzi ammassati. Ma negli anni è diventata una vera e propria discarica dover giacciono carcasse di auto, camion, fuoristrada, batterie, pneumatici e sostanze inquinanti come oli e vernici. Pare ci siano circa 100 mezzi. Un numero incredibile.
I Carabinieri di Calabritto al comando del nuovo maresciallo Vittorio Lorito hanno posto sotto sequestro l’intera area ed hanno denunciato il titolare della società del centro di raccolta, che è anche un consigliere comunale di maggioranza. Gli uomini dell’Arma non hanno trovato alcun registro di carico e scarico degli ingombranti. Vengono inoltre contestate violazioni in materia ambientale e inadempienze riguardo alle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro. Tra l’altro, gli inquirenti hanno potuto verificare che la pavimentazione di quell’area è permeabile, quindi non protetta, di conseguenza ci sono state delle infiltrazioni di sostanze inquinanti come oli e vernici nel terreno. Negli ultimi tempi la tutela ambientale è diventata una priorità, le forze dell’ordine perlustrano il territorio alla ricerca di siti dove sono stati sversati rifiuti, ma è pur vero nella fattispecie che questa discarica è stata per così dire quasi giustificata, tollerata per anni.
I veicoli abbandonati, alcuni addirittura provenienti anche dall’estero erano visibili a tutti, si tratta di parti di carrozzeria, autocarri, pezzi di auto incendiate. E ci sono pure dei veicoli in buona condizione, da commercializzare. Questa è anche una storia di omissioni, di provvedimenti non rispettati, di vedo – non vedo.
Il Comune di Calabritto negli ultimi tempi aveva emesso due ordinanze di sgombero dell’area, l’ultima scaduta a ottobre. Ordinanze che non sono state mai osservate.
Sulla vicenda potrebbero esserci ulteriori sviluppi investigativi, intanto da ieri l’area è stata posta sotto sequestro dai Carabinieri della locale stazione. La notizia del sequestro ha destato molto interesse e curiosità della comunità calabrittana.
C’è un forte interesse, per fortuna, nell’opinione pubblica per tutto ciò che concerne la tutela dell’ambiente. Un’attenzione e una sensibilità sicuramente maggiori rispetto anche ad un recente passato. Le cose inquietanti che si stanno scoprendo sui rifiuti pericolosi interrati nel sottosuolo di molte aree delle province di Napoli e Caserta, e non solo, stanno alzando il livello di guardia un po’ ovunque. Purtroppo anche il territorio irpino e altirpino paga un prezzo, (ancora non si sa con precisione quanto sia alto) al disinteresse, alle connivenze, alla mancanza di controlli che negli ultimi 20 anni hanno consentito che in molte zone nascessero discariche a cielo aperto anche nel bel mezzo di aree verdi e protette da vincoli. Ci sono purtroppo pure zone dove c’è il sospetto che siano stati interrati dei rifiuti speciali, finora in Alta Irpinia per quanto riguarda casi del genere c’è una sola certezza: l’ex stabilimento Iato nell’area industriale Nusco-Lioni, dove nel piazzale erano state interrate scorie provenienti dagli altiforni di La Spezia. Nella fabbrica furono effettuati, dopo questa scoperta, dei lavori di bonifica.
I controlli da parte delle forze dell’ordine sono stati intensificati, da varie operazioni effettuate da Carabinieri e Polizia negli ultimi 2- 3 anni, dal numero di camion intercettati provenienti da fuori provincia che venivano a sversare nelle discariche nascoste dell’Alta Irpinia si è avuta la percezione della gravità del problema e la consapevolezza che bisogna vigilare costantemente.
di Paola De Stasio
Il Mattino di Avellino 05.11.2013