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Renzie e il gioco delle tre carte

renzie_tre_carte“Come se non bastasse il clamoroso fallimento del bonus di 80 euro, Renzi insiste con la strategia del voto di scambio annunciando che ci saranno altri 100 euro in busta paga per tutti. E magari un set di asciugamani in omaggio per asciugare le lacrime. È una proposta ancora più indecente di quella avanzata prima delle europee: se il Governo ha dato 80 euro con una mano per toglierli con l’altra, ora cerca di adescare gli elettori promettendo di mettergli in tasca una parte del Trattamento di fine rapporto. Cioè i loro stessi soldi! Renzi ha la faccia tosta di spacciare per un bonus del Governo le risorse che appartengono già ai lavoratori.
La “liquidazione”, per chi ne ha diritto, rappresenta un accantonamento per il futuro, un risparmio accumulato nel tempo, una sorta di indennità proporzionale agli anni di lavoro svolti. Le imprese, già in enorme difficoltà, dovrebbero anticipare ai lavoratori i loro stessi soldi, creando peraltro enormi buchi nel sistema pensioni (3 miliardi l’anno secondo il Corriere, ndr). Invece di abolire l’Irap e abbattere il carico fiscale, Renzi vuole scassinare il salvadanaio dei cittadini costringendoli a mangiarsi la buonuscita e poi, alla fine del rapporto di lavoro, non avranno il becco di un quattrino.
Oltre al danno, però, c’è la beffa. Come nel gioco delle tre carte, l’unico a guadagnare qualcosa da questa operazione sarà lo Stato: infatti, laddove questi 100 euro incideranno sul reddito, i cittadini pagheranno più tasse. Ancora una volta, niente rilancio dei consumi ma solo un nuovo salasso. Renzi cade sempre più in basso e sta raschiando anche il fondo, prima che trascini con sé l’intero Paese dobbiamo mandarlo a casa ad ogni costo.
Vi invito a leggere queste dichiarazioni di Beppe Scienza in merito, di cui riporto un estratto: “c’è chi vede una battaglia politica, per limitare uno Stato che “costringe” il lavoratore a un risparmio, privandolo di una cifra di cui magari avrebbe preferito disporre liberamente. «Si può vederla così», conferma Beppe Scienza, «perché effettivamente è un risparmio forzoso, quello del Tfr». «Ma non mi sembra così grave», aggiunge: «Ci son cose più brutte che costringere un lavoratore a risparmiare e ad assicurarsi un investimento garantito». «Perché» si chiede Scienza, «agli iperliberisti, ma anche ai sindacati, vanno bene i fondi pensione, che bloccano lo stesso il capitale per 40 anni ma che sono meno sicuri, e non va bene il Tfr?».Riccardo Fraccaro, M5S Camera

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