Caposele, slitta la sentenza sulla Pavoncelli bis: l’Ato e la Provincia non la vogliono.
Un’attesa infinita. Neppure ieri è stata pronunciata la sentenza sulla Pavoncelli bis. Presso il Tribunale delle Acque si è discusso finalmente il ricorso che vede l’Ato e la Provincia di Avellino contrapposti all’Aquedotto Pugliese e alla Regione Puglia nel tentativo di scongiurare la realizzazione della galleria idrica Pavoncelli bis. I legali dell’una e dell’altra parte si sono dati battaglia fino all’ultima argomentazione utile per convincere i giudici. Si aspetta ora il pronunciamento e quindi il deposito della sentenza. Volendo riassumere, semplificare le due posizioni è lecito chiedersi: prevarrà la logica della difesa dei bacini idrici del Sele e del Calore? Oppure avrà la meglio il fattore economico?
La Pavoncelli bis è un’opera da 180 milioni di euro fortemente voluta dall’Acquedotto Pugliese, dalla Regione Puglia ed anche dall’Amministrazione di Caposele. Studi tecnici, analisi approfondite da parte di geologi e vari esperti evidenziano che la galleria idrica avrebbe un impatto ambientale insostenibile per i territori delle sorgenti. E proprio su queste relazioni fanno perno l’Ato e la Provincia di Avellino per evitarne la realizzazione, suggerendo una ristrutturazione della vecchia galleria, quella già esistente e la costruzione di nuove condutture sostituendo quelle attuali simili ad un colabrodo, che disperdono fino al 50% delle risorse idriche lungo il percorso. Loro sostengono che se la Pavoncelli fosse realizzata secondo i parametri imposti dall’Acquedotto Pugliese nel giro di qualche decennio l’acqua non sarà più una ricchezza per questo territorio. Sorgenti e fiumi irpini rischierebbero la sopravvivenza. L’opera così come concepita dall’ente idrico pugliese prevede che vengano captati tra Caposele e Cassano circa 7000 litri di acqua al secondo. La Puglia ha fatto intervenire due anni fa direttamente il Governo in suo soccorso, dopo la piega negativa che aveva preso per loro la vicenda a seguito dei ricorsi presentati dall’ex presidente del Parco dei Monti Picentini, Sabino Aquino, le prese di posizione di Alto Calore, Ato, Provincia. Proprio sulla base di quei ricorsi il Tribunale delle Acque e la Cassazione emisero sentenze contro il raddoppio della galleria idrica Pavoncelli. Ma l’Acquedotto Pugliese, d’intesa con la Regione Puglia, ha puntato in alto, chiamando direttamente in causa l’allora Governo Berlusconi a sostegno della causa. Ed infatti il Consiglio dei ministri emise per la Galleria Pavoncelli il decreto di stato di emergenza in quanto opera fatiscente, decreto che poteva dare il via libera alla realizzazione del raddoppio senza lo studio di impatto ambientale. Per bloccare il tutto Ato e Provincia si sono rivolti nuovamente al Tribunale Superiore delle Acque. A Caposele, il paese delle sorgenti direttamente interessato alla vicenda mentre comitati civici sono contrari, l’amministrazione di Caposele guidata dal sindaco Farina, è invece, a favore dell’opera. <<Ieri sera mi sono sentito con il commissario Sabatelli – rivela l’assessore di Caposele Vito Malanga – il quale aspetta come noi la tanto attesa sentenza, ma nel caso in cui fosse negativa ha ribadito che comunque si farebbe ricorso in Cassazione>>. <<Noi vogliamo il raddoppio della galleria Pavoncelli – spiega Vito Malanga – sarebbe una boccata d’ossigeno, una iniezione di fiducia per l’economia devastata di queste zone, il cantiere tra Caposele, Teora e Conza darebbe lavoro ad un centinaio di persone, senza contare l’indotto. Abbiamo ricevuto rassicurazioni in merito al fatto che non ci saranno ulteriori captazioni, rispetto a quelle attuali. E poi sarà realizzata una centrale idroelettrica.
Paola De Stasio
Il Mattino 17 gennaio 2013