I SOLDI DELLA FONDAZIONE DEL PREMIER: ARRIVANO DA PARLAMENTARI E MINISTRI PD
Il 30 giugno scorso mentre il Paese era già dov’è ora, in attesa che gli annunci del governo diventassero realtà, il ministro per le Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Luca Lotti, si trovavano a Firenze insieme a Marco Carrai e Alberto Bianchi per approvare il bilancio 2013 della fondazione Open (evoluzione della Big Bang) creata per raccogliere fondi finalizzati al finanziamento delle attività politiche del premier Matteo Renzi. Boschi, Lotti, Carrai e Bianchi sono i membri del Cda della fondazione. Ed escluso Carrai ne sono anche finanziatori. Insieme ad altri imprenditori, liberi professionisti e molti parlamentari. Con esattezza28 deputati e 8 senatori. Tutti del Pd. E tutti ovviamente renziani. Nell’elenco c’è il tesoriere del partito, Francesco Bonifazi, l’europarlamentare Simona Bonafè, il deputato poi sindaco ereditiere di Firenze Dario Nardella e il suo collega a Montecitorio poi primo cittadino a Prato Matteo Biffoni. Oltre a mezza segreteria democratica. Dal gennaio 2013 al 30 giugno 2014 tutti hanno elargito denaro alla fondazione di Renzi. In base ai dati di cui il Fatto è in possesso l’attività di fund raising ha raccolto nel corso del 2013 la somma di 886.208,49 euro – come risulta dal bilancio approvato un mese fa – mentre nel periodo compreso tra il primo gennaio 2014 e il 30 giugno scorso nelle casse della Open sono entrati 347.650 euro. Da quando cioè Renzi ha vinto le primarie, nel dicembre 2013, ed è poi diventato presidente del Consiglio. E ha nominato ministri, sottosegretari, scelto i candidati per le europee e assegnato poltrone nelle controllate.
Ernesto Carbone, deputato che a Roma guida una Smart del 2001 pagata simbolicamente un euro, ha versato alla fondazione 12mila euro. Stessa cifra elargita da Bonifazi e dal senatore Andrea Marcucci che ha dichiarato un reddito di 397.424 mila euro, mentre Bonifazi ha depositato alla Camera un 730 da 67mila euro. David Ermini e Michele Anzaldi hanno destinato alla attività politica di Renzi 10.400 ciascuno, mentre Luca Lotti e Dario Parrini, segretario del Pd della Toscana e componente della direzione nazionale del partito, hanno contribuito con 9.600 a testa. C’è poi Maria Elena Boschi, ministro nonché segretario generale della Fondazione Open, che ha versato 8.800 euro per il suo mentorepolitico. Con un assegno da 8mila euro in mano si sono presentati invece il sindaco di Prato Matteo Biffoni, il deputato Marco Donati e il senatore Mauro del Barba. A seguire: Ernesto Magorno, deputato e sindaco di un paesino in provincia di Cosenza nonché segretario regionale del Pd in Calabria per appena pochi mesi, ha elargito 7200 euro alla causa dello scout di Rignano. Stessa cifra versata da Luigi Dallai e da due senatori: Stefano Lepri e Mario Morgoni. Il deputato Edoardo Fanucci contribuisce con 6800 euro mentre il sindaco di Firenze, Dario Nardella, si è fermato a 6600 euro seguito da Erasmo D’Angelis, sottosegretario alle Infrastrutture già nel governo Letta, che ha versato 6400 euro. L’elenco dei parlamentari è decisamente lungo e le cifre non sono enormi, va detto. Ma è quanto meno curioso che versino soldi alla fondazione del premier invece che al Pd. Anche Enrico Letta e molti altri politici hanno guidato e guidano una loro fondazione ma nessuno prima d’ora aveva ricevuto in maniera così massiccia elargizioni da politici amici poi diventati deputati e infine nominati ministri, sottosegretari o vertici di partito. Alla fondazione di Renzi, invece, arrivano fondi da deputati e senatori.
Da Palazzo Madama versano soldi alla Open Stefano Collina (6400 euro), l’ex vicepresidente della Provincia di Firenze quando Renzi ne era presidente Laura Cantini (5600), Rosa Maria Di Giorgi (5000), Nadia Ginetti (4800). Da Montecitorio, invece, la lista è più corposa: l’ex segretario generale dell’Istituto Luigi Sturzo, Flavia Piccoli, e Silvia Fregolent contribuiscono alla fondazione renziana con 5600 euro; il sottosegretario per le riforme costituzionali Ivan Scalfarotto e Yoram Gutgeld versano ciascuno 4800 euro. Paolo Coppola, Federico Gelli, Giovanna Martelli, Ermete Rea-lacci e l’oggi eurodeputata Simona Bonafè si fermano a 4000. Altri versano una cifra quasi simbolica: Filippo Crimi 3.200 euro, Piergiorgio Carrescia 2.000, Luigi Famiglietti, Roger De Menech e Davide Faraone 1.600.
Rimanendo nell’ambito del “renzismo”, escludendo quindi gli imprenditori e i liberi professionisti che hanno compiuto elargizioni nel 2013 e nei primi sei mesi del 2014 alla fondazione, va registrato il contributo di Alberto Bianchi. Presidente prima della Big Bang e ora della Open, avvocato di Renzi, amico di Carrai, ha versato complessivamente 29.400 euro. Di cui, da prospetto, 5400 nel 2012 e 25 mila nel 2013. Lo scorso aprile Bianchi è stato nominato dal governo nel consiglio di amministrazione di Enel.
di Davide Vecchi
Il Fatto Quotidiano 01.08.2014