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Dalla signora Bassolino al sindaco condannato Ecco chi potrebbe entrare in Parlamento

parlamento_europeoSe opteranno per Strasburgo, deputati e senatori candidati dovranno dimettersi e lasciare il seggio ai primi dei non eletti. Ma dentro questa carica di aspiranti parlamentari “subentranti” c’è davvero di tutto.

Fra le tante incognite che aleggiano sul voto di domenica c’è anche quella relativa alle “opzioni”, dal momento che molti candidati ricoprono già ruoli istituzionali incompatibili con la carica di eurodeputato. Risultato: se verranno eletti e opteranno per Strasburgo, molti deputati, senatori e amministratori locali dovranno dimettersi dal loro attuale incarico, facendo subentrare i primi dei non eletti.È il caso, ad esempio, di Alessandra Mussolini, che corre nella circoscrizione Centro sotto le insegne di Forza Italia. Se la nipote del Duce dovesse farcela e decidesse di lasciare il Senato, a Palazzo Madama approderebbe Domenico Auricchio detto Mimmo, che da ex sindaco di Terzigno negli anni passati si distinse nella protesta contro la realizzazione di una discarica nel Parco del Vesuvio. Auricchio nel 2013 è stato condannato dal tribunale di Nola a 14 mesi di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici (pena sospesa): da primo cittadino aveva assunto il nipote Pasquale nel proprio staff, negando la parentela. A seguito della condanna è stato dichiarato sospeso come sindaco dal prefetto di Napoli. Eppure questo non impedirebbe ad Auricchio di diventare senatore.

FAMIGLIE DEMOCRATICHE
Sempre dalla zona potrebbe arrivare anche un’altra new entry:Anna Maria Carloni , moglie dell’ex governatore campano Antonio Bassolino. Per lei sarebbe in realtà un ritorno, visto che nelle due precedenti legislature la Carloni è stata senatrice. Non senza polemiche: quando il suo nome comparve in lista nel 2006, nei Democratici di sinistra ci fu chi si ribellò all’infornata di “mogli di”. Del resto quell’anno i Ds candidavano anche varie altre consorti: quella dell’allora segretario Piero Fassino (Anna Serafini), dell’ex ministro Franco Bassanini (Linda Lanzillotta) e del senatore uscente e oggi viceministro Enrico Morando (Magda Negri). Acqua passata. Adesso, comunque, il seggio della ex first lady partenopea (nel 1994 fu “dama di compagnia” di Hillary Clinton durante i lavori del G8 di Napoli) è legata all’elezione in Europa del deputato Pd Massimo Paolucci, sostenuto nel collegio Sud da Massimo D’Alema.

Quasi certo è invece lo sbarco alla Camera di un’altra consorte, ancorché meno celebre: Camilla Sgambato, prima dei non eletti nel collegio Campania 2. Dipende se la capolista Pd al Sud Pina Picierno volerà davvero a Strasburgo, smentendo così le accuse rivolte a Matteo Renzi di aver riempito le liste di meri “specchietti” elettorali. Se così fosse, la Sgambato andrebbe a colmare un vuoto: il fatto di essere l’unica in famiglia a non avere un incarico col Pd. Il marito Giuseppe Stellato è infatti capogruppo alla Provincia di Caserta, mentre il figlio Giovanni è vice-segretario provinciale del partito e segretario dei Giovani democratici.

Al posto della capolista al Centro, la renziana Simona Bonafè, arriverebbe alla Camera l’ex senatore Paolo Rossi. Non proprio un nome qualunque: il politico varesino è fra i testimoni dell’accusa nel processo per corruzione che vede imputato a Napoli Silvio Berlusconi per la presunta compravendita di senatori messa in atto per far cadere il governo Prodi. E appena due settimane fa Rossi era in tribunale per confermare di aver ricevuto offerte di denaro perché passasse al centrodestra.

SUBENTRO LOCAL
Sembrano legati da un destino incrociato altri due esponenti locali del Pd, Nicola Caputo e Lucia Esposito: entrambi consiglieri regionali in Campania ed entrambi indagati nella Rimborsopoli per le spese fatte coi fondi del gruppo. Con una differenza: Esposito (alla quale i pm contestavano spese illegittime per 4.500 euro) è stata archiviata per le accuse di truffa e peculato; Caputo, che adesso è candidato al Sud, è stato archiviato solo per il peculato (i magistrati gli contestavano 11.300 euro). E il Pd, che un anno fa lo escluse dalla lista per la Camera perché era sott’inchiesta, lo ha messo in lista per l’Europa. Se ce la farà, in Regione lascerà il posto proprio alla Esposito, prima dei non eletti nel 2010.

Spera invece nel successo di Nino Germanà (Ncd) l’ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca , che in questo modo potrebbe prendere il suo posto nell’Assemblea regionale siciliana. Per quanto ancorato al centrodestra, il politico ha molto in comune col suo successore Francantonio Genovese, il deputato Pd arrestato nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta sui corsi di formazione professionale: entrambi in passato hanno amministrato la città dello Stretto e le mogli di entrambi sono finite in carcere, la scorsa estate, proprio per quell’indagine.

Buzzanca attualmente è indagato per i debiti fuori bilancio del comune, che nel 2012 portarono Palazzo Zanca a un passo dal dissesto finanziario ed è imputato nel processo per l’alluvione che nel 2009 provocò fra Messina e il circondario la morte di 37 persone. Ma non solo. All’attivo l’ex sindaco ha anche una condanna per peculato d’uso che gli costò la decadenza da primo cittadino: da presidente della Provincia, nel 1995 si fece portare con l’auto blu fino a Bari, dove si imbarcò con sua moglie per la luna di miele.

di Paolo Fantauzzi
espresso.repubblica.it/

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