Il Movimento 5 Stelle, al momento, è l’unica organizzazione politica strutturata italiana, tra quelle partecipanti alla competizione elettorale europea, ad avere un programma, proprio perché è l’unica formazione davvero europeista: esattamente il contrario di ciò che affermano i professionisti al soldo della cupola mediatica. Infatti il Pd, Forza Italia, Lega Nord, agitano solo slogan demagogici generici, basati sui trend correnti, tentando di cavalcare il disagio sociale. Ecco che cosa intendono portare avanti i candidati Cinque Stelle quando andranno a Bruxelles, come portavoce europei a nome degli italiani pensanti.
Referendum per la permanenza nell’Euro
Analisi e spiegazione del punto 7 del programma a cura di Sergio Di Cori Modigliani.
Non avendo una dottrina, non essendo sorretto da alcuna ideologia, non dovendo rispondere a interessi terzi legati al destino dei colossi della finanza speculativa, la posizione del movimento cinque stelle è molto chiara e duttile in proposito: si rimane nell’euro e lo si difende oppure si rompe e si esce a seconda dell’interesse nazionale. Questa è la motivazione di base che ha determinato la scelta del referendum. Esso non ha alcun valore decisionale, al momento non è legalmente possibile. Ma ha un valore consultivo di enorme importanza.
L’obiettivo è una consultazione informata tra gli aderenti e i sostenitori, perché anche all’interno del movimento esistono opinioni diverse, inoltre è auspicabile che possa diventare occasione di un dibattito sul tema, esteso a tutti i cittadini italiani. Basti pensare che Beppe Grillo, personalmente, ha espresso la sua opinione individuale di contrarietà a mantenere l’euro mentre Gianroberto Casaleggio ha manifestato una posizione maggiormente dubitativa. Queste due posizioni rappresentano i due grandi tronconi, all’interno del Movimento, che ogni giorno si confrontano, dibattono, discutono sulla questione.
Non è casuale il fatto che il referendum consultivo sull’euro sia stato deciso di lanciarlo dopo la consultazione europea, proprio per sottrarla alla retorica della campagna elettorale.
Inoltre, è possibile che l’esito delle elezioni europee possa cambiare il punto di vista su questo argomento. Se il movimento cinque stelle avrà una grande affermazione e avrà quindi la possibilità e l’opportuniutà storica di imporre in Italia e in Europa i primi tre punti del proprio programma, è probabile che aumenteranno di molto i sostenitori dell’euro, perché una volta cancellato il fiscal compact, una volta eliminato il teorema del pareggio di bilancio, una volta lanciati gli eurobond, la moneta unica si trasforma nello strumento di una comunità, sintesi di interessi condivisi fra tutte le nazioni e i popoli, non più al servizio del capitale finanziario di pochi.
La questione va affrontata, combattuta e risolta in sede politica, poiché l’attività politica consiste nel trovare un accordo di compromesso tra forze contrastanti –a condizione, si intende, che non obblighi alla rinuncia della propria progettualità- allora si apre la strada verso una potenziale soluzione pragmatica intermedia.