Le cose importanti in Italia le decidono quattro gatti nelle loro segrete stanze senza coinvolgere i cittadini. Il 19 luglio 2012 con il governo di Rigor Montis, presidente del Consiglio non eletto da nessuno, fu approvata la condanna a morte del nostro Paese detta “Fiscal Compact“. La solita parola inglese che dà spessore intellettuale a chi la usa e che non fa capire di che si tratta. Con il Fiscal Compact il nostro (?) Paese si è impegnato ad assestare il rapporto debito/Pil al 60% in linea con gli accordi di Maastricht del 1992. Allora l’Italia, che viaggiava al disopra del 100% di debito/Pil, fu esentata insieme al Belgio pur sapendo che l’obiettivo 60% era irrealizzabile. Nel 1992 era necessario che l’Italia entrasse nella UE e che in seguito adottasse l’euro. Ora la UE non può più fare sconti e il motivo è il nostro debito pubblico. In questi anni gli Stati europei hanno accumulato fino a 1.000 miliardi di titoli italiani, ora in discesa perché ricomprati dall’estero in quantità enormi dalle nostre banche con il meccanismo dell’LTRO, in cui prestiamo i soldi alla BCE che li presta alle banche italiane per ricomprare il nostro debito. Geni, si riportano la spazzatura a casa con i soldi dello Stato. A fine 2013 il rapporto debito/Pil ha raggiunto il 132,6%, il più alto dal 1990. Il rapporto ha un andamento quasi esponenziale, nel 2012 era del 127%. Il nostro debito pubblico marcia ad aumenti di 100/120 miliardi in più all’anno e ha superato i 2.100 miliardi e il Pil è caduto di nove punti dal 2008. Debito in salita verticale, discesa del Pil e aumento costante degli interessi sul debito. In questa situazione il Fiscal Compact, che taglierebbe la spesa pubblica dai 40 ai 50 miliardi all’anno per vent’anni in mancanza di una fortissima crescita, del tutto impossibile, è irrealistico. Consegnerebbe l’Italia alla miseria con tagli neppure immaginabili alla spesa sociale, dalla scuola alla sanità, e ucciderebbe ogni possibilità di ripresa. Il Fiscal Compact lo ha firmato il signor Rigor Montis e lo ha ratificato il parlamento delle larghe intese che lo ha sostenuto. Il Fiscal Compact lo paghino Berlusconi, il pdexmenoelle, Napolitano e Monti se vogliono. Il M5S lo cancellerà.
Related Articles
No alla politica dei #DueForni
Contributo di Alldo Giannuli “Confesso di aver trovato esilaranti alcuni commenti per i quali la Sciarra non sarebbe stata votabile dal M5S: ad esempio: – perché è di Firenze e, dunque, renziana. Un’originale rilettura del principio dell’eius regio cuius religio, per cui se sei della città di Renzi non puoi che essere renziano. – Oppure, […]
Lo squadrone di Bersani
Gargamella è felice, è diventato un leader. Uno su mille ce la fa e lui, modestamente, ce l’ha fatta a diventare l’allenatore di una squadra vincente, un team da triplete, uno squadrone che tremare il mondo fa. Tutti i giornali, lo hanno proclamato nuovo Cesare insieme ai pappagalli a comando dei talk show. Bersani si […]
Acqua pubblica, referendum tradito: il profitto dei gestori torna sotto altra veste
Il margine di guadagno si sposta dall’investimento industriale al mondo finanziario che lo sostiene. Per i comitati “assai forzato appare il tentativo dell’Autorità di far passare la remunerazione del rischio d’impresa come una voce di ‘costo’ gestionale del servizio idrico” Una tariffa dell’acqua unica in tutto il paese, con un’autority in grado di regolamentare affidamenti […]