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Renzi, B. e le mani belle ferme

Matteo_SilvioVedo un gran disordine sotto il nostro cielo per l’incontro di ieri alla sede del Pd: gente che fino a ieri insieme a B. ci governava e oggi pare scandalizzata, gente che fino a ieri diceva ‘per B. è game over’ e oggi parla di ‘profonda sintonia’ con lui.

La mia equilontananza da queste due speculari incoerenze è quasi perfetta: mi fanno amaramente sorridere sia gli uni sia gli altri.

Dico «quasi» perché per me chi ci ha governato insieme dovrebbe tacere mille anni, in generale. Il che nulla toglie allo svoltone uguale e contrario di chi neppure parlava di B. «perché è il passato» e oggi lo resuscita come autorevole interlocutore politico presente e futuro.

In entrambi i casi, non so se lo avete notato, l’alibi è sempre quello del «non c’erano alternative»: lo diceva il vecchio establishment del Pd quando si è affossato nelle larghe intese, lo dicono i renziani oggi per giustificare il nuovo patto col diavolo. Buffa la vita.

Ad ogni modo, credo che sulla questione ci siano da fare valutazioni di metodo e di merito, tenendole – se possibile – un po’ distinte.

Di metodo, relative all’aspetto simbolico della visita di Berlusconi al Nazareno: anche al più appassionato fan di Matteo credo sia chiaro che si è trattato di una legittimazione formale mai avvenuta prima.

Il fatto che questa sia arrivata dopo la condanna definitiva la rende ancora più significativa: in sostanza, i vertici del Pd hanno fatto sapere che – sentenza o non sentenza – loro comunque considerano B. il legittimo capo della destra italiana, la persona con cui si deve parlare per trattare con la destra italiana. Proprio quello che lui strilla da mesi, proprio quella legittimazione che porta dritta dritta alla richiesta di “agibilità politica” in barba alla condanna. Mi sembra difficile negare che almeno su questo punto B. abbia ottenuto una vittoria.

E a proposito di “agibilità politica”, è curioso notare che fra un paio di mesi questo incontro non si sarebbe potuto nemmeno tenere, essendo il ‘capo legittimo della destra italiana’ prossimo ai domiciliari o ai servizi sociali.

Ora, non so se Renzi  abbia davvero ignorato l’effetto simbolico di quanto avvenuto. Forse è semplicemente convinto di avere talmente il coltello dalla parte del manico – in termini di rapporti di forza – da potersene fottere. Forse è talmente pragmatico da non attribuire alcuna importanza ai simboli: ma sarebbe un po’ strano se nessun suo consigliere gli avesse ricordato la loro rilevanza crescente, al contrario, nella società dei media diffusi.

In ogni caso solo il tempo ci dirà se è più fondata la tesi di Gad Lerner (secondo il quale la visita di B. al Nazareno è stata una Canossa, il segno della disperazione di un anziano leader decaduto) o se al contrario ha ragione chi fa notare come, dalla Bicamerale in poi, il centrosinistra abbia sempre sbagliato drammaticamente nel rimettere in gioco il Caimano appena sconfitto.

Io mi limito a ricordare come nel ‘96 D’Alema professasse la teoria secondo cui Berlusconi era il miglior avversario possibile proprio perché reso debole dai suoi conflitti d’interessi: si è visto com’è andata.

Se ci evitassero l’ennesima replica di questa cazzata dalle frequenti e nefaste recidive, ecco, sarei davvero molto grato.

Poi c’è il merito, invece, secondo alcuni più importante: cioè la nuova legge elettorale e qualche ritocchino al titolo V della Costituzione.

Alcuni sbandierano i risultati ottenuti ieri come una vittoria epocale, il superamento definitivo del Porcellum o addirittura l’ingresso nella Terza repubblica; comunque lo ’sblocco’ di una pratica importante che in effetti era arenata da dieci anni nei blabla.

Finora in realtà non conosciamo una beata mazza di quanto convenuto ieri: si sa solo che l’accordo prossimo venturo dovrebbe «favorire governabilità e bipolarismo ed eliminare il potere di ricatto dei partiti più piccoli».

Liste bloccate? Quanto proporzionale e quanto uninominale? Soglia di sbarramento? Uno o due turni? Premi di maggioranza? Circoscrizioni piccole alla spagnola? Bah. Diciamo che la famosa trasparenza ogni tanto si prende delle vacanze.

In ogni caso, molti stanno applaudendo oggi qualcosa che ancora non conoscono. Effetti del leaderismo carismatico, forse, o della voglia disperata che qualcosa si muova, qualsiasi cosa, dopo tanta melma. Comprensibile.

Faccio tuttavia sommessamente notare che il Porcellum, nelle sue peggiori conseguenze, è già stato superato dalla sentenza della Consulta, mentre la politica dormiva.

By the way, aggiungo di dubitare che ieri pomeriggio sia stata affrontata la questione del conflitto d’interessi, che pure è parente abbastanza stretta di una buona riforma elettorale, o forse addirittura ne è precondizione.

Quindi consiglierei a tutti i plaudenti di tenere le mani belle ferme ancora per un po’.

di Alessandro Gilioli

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/

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