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Modello sardo per bloccare subito le trivelle

TrivellazioniIl costituzionalista Di Salvatore: è la via…

Un paio d’anni fa definì “l’Italia una Repubblica fondata sul petrolio”, elencando le norme che favoriscono le compagnie, dai <<limiti minimi di estrazione di gas e greggio entro il quale le imprese petrolifere non pagano alcuna tassa>>, fino alle <<autocertificazioni sulle quantità di idrocarburi estratti>>. Il costituzionalista Enzo Di Salvatore, professore di Diritto costituzionale italiano e comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza di Teramo, docente presso il Master di Diritto dell’Ambiente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma “La Sapienza”, nonché autore di numerose pubblicazioni accademiche (come “Abruzzo color petrolio”, edito da Palumbi, 2010), sostiene che le norme in Italia, ancor più dopo l’esperienza del governo Monti, favoriscono e tutelano le estrazioni petrolifere. Ieri sera a Gesualdo il professor Di Salvatore ha riproposto la tesi già illustrata venerdì a Giulianova, durante un convegno: <<La Campania deve seguire l’esempio della Regione Sardegna, che con una legge ha previsto che il procedimento di valutazione di impatto ambientale per progetti di competenza regionale si concluda con deliberazione di giunta, sulla base dell’istruttoria condotta dal comitato tecnico per la Via (Valutazione di impatto ambientale), anziché con un atto del Comitato stesso>>. IlNO_triv-1 professor Di Salvatore ha dissipato ogni dubbio sulla praticabilità di una soluzione che permetterebbe alla Campania di sbarrare definitivamente la strada delle estrazioni sia alle compagnie permissionarie che al Ministero dello Sviluppo Economico. Citando l’interrogativo posto dalla senatrice Enza Blundo, il docente ha spiegato che un deliberato regionale non viola il principio di separazione tra funzioni di indirizzo politico-amministrativo e funzioni di gestione amministrativa (e, dunque l’art. 97 della Costituzione), alla luce di una sentenza costituzionale, <<la numero 81 del 2013>>. Con quel pronunciamento <<la Corte ha chiaramente affermato che questa soluzione sarebbe perfettamente legittima>>. Inoltre, <<allo stesso modo, occorrerebbe stabilire che l’intesa dovuta dalla Regione su progetti dello Stato sia rilasciata dall’organo politico e non già dal dirigente della Regione competente per materia, non essendo l’intesa espressione di discrezionalità tecnica>>.
Questa soluzione è stata consegnata dal Comitato no trivellazioni nelle mani della consigliera regionale del Partito Democratico, Rosetta D’Amelio, perché lo sottoponga al vaglio della giunta regionale nei prossimi giorni. L’assessore all’Ambiente Giovanni Romano si è impegnato a deliberare per interrompere le attività di ricerca ed eventualmente di coltivazione degli idrocarburi, riservandosi la soluzione giuridica più efficace per non rischiare di superare i limiti costituzionali in una materia concorrente come l’energia. I sindaci a Gesualdo hanno formulato una proposta in questo senso, fornendo alla Regione la direzione strategica. Ora sta all’assessore Romano e alla giunta tradurre in un provvedimento bilanciato ed efficace questa intuizione.

di Christian Masiello
Ottopagine 19.01.2014

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