Il tema della salvaguardia delle sorgenti sarà al centro del convegno convocato per domenica nel castello di Taurasi.
<<L’inquinamento dei fiumi in Irpinia è un problema reale e avvertito>>. A lanciare l’sos è Fabio Di Placido, esponente del comitato Tutela Fiume Calore, che spiega come nel corso d’acqua, che nasce dal monte Acellica, sono presenti ancora molteplici batteri e fatto inquinanti. <<L’escherichia coli si trova nelle acque della provincia di Avellino. In diversi prelievi, effettuati qualche giorno fa dagli enti preposti, è stata riscontrata un’avvertita presenza del batterio>>. L’ambientalista rimarca come il problema sia particolarmente dannoso per l’economia e lo sviluppo dei territori. <<In questo modo i pescatori non possono continuare la propria attività. L’irrigazione dei campi è bloccata. C’è bisogno di un vademecum in grado di salvaguardare queste aree e capace di aiutare le istituzioni a sorvegliare un patrimonio, che deve essere tutelato e non concepito come una minaccia, ma come un’opportunità>>. Per l’attivista della Valle del Calore sono necessari maggiori controlli agli scarichi delle aziende. <<Il monitoraggio è una prerogativa importante. Comuni ed enti preposti devono vigilare affinchè non ci siano sversamenti illegali>>. Altro problema inerente l’oro blu, relativo alla provincia di Avellino, è quello della Pavoncelli Bis. <<Questa grande infrastruttura rischia di svuotare i bacini locali. Siamo fortemente preoccupati. Vogliamo maggiori informazioni sui lavori e su quanto si sta realizzando in Alta Irpinia. L’acqua della terra dei lupi deve rimanere nella terra dei lupi>>. Tali temi, particolarmente importanti, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche sotto un profilo economico, saranno analizzati nel corso di un convegno-dibattito che si terrà nella giornata di domenica 12 gennaio presso il castello marchionale di Taurasi, in cui sarà sottoscritto il contratto di fiume, accordo che permette di adottare un sistema di regole dove i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale avvengano in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione del bacino. <<A questo tavolo – spiega Di Placido – abbiamo invitato: trenta sindaci, le cui municipalità sono attraversate dalle acque del Calore; la provincia di Avellino, tramite il suo commissario Raffaele Coppola, che proverà a spiegare cosa prevede il Ptcp in materia di fiumi; la Regione Campania e l’assessore all’ambiente Giovanni Romano per avere maggiori informazioni in merito ad un ipotetico piano energetico regionale e tutti gli altri enti territoriali per creare una rete di tutela. Gli obiettivi comuni, però, restano gli stessi: la salvaguardi dell’ecosistema fluviale e la rivalutazione del patrimonio legato alle acque>>.
Per l’inquinamento ed altre tematiche scottanti, quali lo svuotamento dei bacini minori, quindi, c’è bisogno di stabilire delle priorità.
<<Questi temi – ribadisce l’ambientalista – non possono essere messi in secondo piano. Anche rispetto al problema relativo ad alcuni casi di salmonellosi ed altri batteri, sempre più presenti, c’è stato troppo silenzio. Attraverso la società civile, il coinvolgimento delle scuole, delle diverse professionalità e soprattutto dei tanti imprenditori che credono nelle potenzialità di questa terra vogliamo dare maggiore voce ad una risorsa, che troppo spesso viene sottovalutata. La pesca, il turismo, la fauna fluviale sono ricchezze. Quando si parla di sviluppo o di ripresa, pertanto, non si può pensare di mettere in secondo piano tali aspetti. Una visione condivisa è una necessità se si vuole creare un indotto che dall’acqua generi sviluppo nei territori>>.
di Edoardo Sirignano
Il Mattino di Avellino 09.01.2014