Ricorso alla fiducia allargato anche a leggi regionali ritenute urgenti per il programma di governo, tempi di discussione contingentati, una corsia preferenziale per le leggi della giunta e l’introduzione della “ghigliottina”, la possibilità di fermare il dibattito e votare subito un provvedimento.
E’ LA RIFORMA del regolamento e dello statuto del Consiglio regionale della Campania, in cottura nelle cucine della maggioranza che sostiene il governatore del Pd Vincenzo De Luca. Una riforma autoritaria, secondo le variopinte opposizioni che dal centrodestra ai Cinquestelle, perché accresce i poteri dell’ esecutivo e riduce l’aula a passacarte di decisioni prese altrove, con poteri già ridotti da quando nella scorsa consiliatura la giunta azzurra di Stefano Caldoro ha introdotto il ricorso alla fiducia sul bilancio. La prima crepa di una diga che sta cedendo. Il primo mattone di una riforma che ricorda parecchio quelle renziane, con la maggioranza che prende quasi tutto. Venerdì il presidente della Prima Commissione Affari Regionali, Alfonso Piscitelli, ha depositato due progetti di legge regionale di modifica dello statuto e del regolamento. Un totale di 25 pagine improntate, “a criteri di modernizzazione e razionalizzazione che incrociano il tema dei tempi e dei modi della produzione normativa”. Piscitelli è l’unico consigliere eletto in “Campania in Rete”, la lista degli ex cosentiniani ispirata dal senatore verdiniano Vincenzo D’Anna.
SI VUOLE INTRODURRE “il contingentamento della discussione” su temi molto complessi, individuati dal presidente del consiglio regionale. E poi: interventi limitati a uno per consigliere (salvo rare eccezzioni) e per non più di cinque minuti, ripartizione dei tempi ai gruppi col bilancino, dichiarazioni di voto da sintetizzare in dieci minuti. Nel nuovo articolo 70 spunta la “ghigliottina”. La riforma statutaria istituisce un distinguo tra l’opposizione “ufficiale”, composta dal gruppo più consistente, e le altre minoranze, e consente il ricorso alla fiducia anche “sull’attuazione del programma di governo e sui suoi aggiornamenti, nonché su questioni particolarmente rilevanti per la collettività regionale, sull’approvazione o reiezione di emendamenti e di articoli dei suddetti atti”. Ossia, praticamente tutto. “Il paradosso di queste norme – rileva Armando Cesaro, capogruppo di Forza Italia – è che se l’opposizione è contraria a una proposta di legge si rischia, su quella legge non condivisa di far saltare l’intera legislatura. E’ evidente che su proposte che delegittimano e mortificano il Consiglio e l’opposizione faremo barricate”. Per Valeria Ciarambino (M5S) “De Luca si crede il padrone della Campania e tramite i suoi aguzzini in Consiglio vuole distruggere la democrazia, si vogliono imbavagliare le opposizioni. E poi si definisce un’opposizione di serie A relegando alle altre il ruolo di minoranze. Non è un caso che questo attentato alla democrazia provino ad attuarlo oggi che per la prima volta in consiglio c’è il M5S, l’unica vera opposizione.
Hanno paura e vogliono legarci le mani”.
Vincenzo Iurillo
Il Fatto Quotidiano 29.09.2015