SECONDO I DEPUTATI GRILLINI, DURANTE LE VACANZE DI NATALE QUALCUNO AVREBBE RUBATO I DATI DEL COMPUTER DELL’ AMMINISTRAZIONE.
Tutto sarebbe successo durante la pausa dai lavori nel periodo delle vacanze natalizie, anche se la notizia è stata diffusa soltanto ieri: qualcuno – denunciano i Cinque Stelle alla Camera – si è introdotto nell’ufficio del direttore amministrativo del gruppo e ha “rotto i sigilli” del computer. A riprova dell’intrusione, il comunicato del Movimento cita “due viti” che mancherebbero al pc sigillato e giudica come “altamente probabile” il fatto che “sia stato asportato l’hard disk per essere copiato e poi reinserito”. Non ci sono prove ulteriori della violazione, ma di certo i Cinque Stelle nel corso dei mesi sono diventati particolarmente sensibili all’argomento, visto che questo sarebbe il terzo episodio di intrusione sospetta. La prima volta furono gli hacker a violare le caselle di posta elettronica di alcuni parlamentari. Misero on line il contenuto delle mail di Giulia Sarti, Stefano Vignaroli e di altri deputati su un sito intestato a dei fantomatici “hacker del Pd”. La denuncia partì subito, ma per giorni interi l’intera corrispondenza virtuale rimase liberamente scaricabile da chiunque. L’allora capogruppo Roberta Lombardi andò negli uffici della Procura di Roma a protestare: “Senta – disse, piuttosto seccata dalla scarsa considerazione – ma avete capito che qui davanti potrebbe esserci uno dei futuri presidenti del Copasir?”. Si mobilitò perfino Anonymous, offrendosi di dare una mano. Ma l’attacco arrivava da server esteri, per scoprire i colpevoli serviva una rogatoria internazionale e ancora oggi l’indagine non è arrivata a nessuna conclusione. Poi fu ad aprile dell’anno scorso che un hard disk sparì misteriosamente dall’ufficio legislativo, questa volta al quarto piano del palazzo dei Gruppi del Senato. E ancora, ai primi di maggio, una nuova intrusione: mentre uno dei collaboratori dei deputati grillini era in pausa pranzo, denunciò l’M5S, qualcuno aveva provato a entrare nella posta dal suo pc: se n’era accorto grazie a un sms che lo avvertiva del tentato accesso. Ora, l’ultima denuncia. Ieri pomeriggio il capogruppo Federico D’Incà ha chiesto alla presidente della Camera Laura Boldrini di intervenire: “Non ci risulta che sia mai capitata ad altre forze politiche una cosa del genere. Presidente, le chiediamo di predisporre tutte le garanzie possibili a protezione della sicurezza dei nostri uffici e a tutela delle nostre attività parlamentari”. Lei ha annunciato che “il Collegio dei questori e il Comitato per la sicurezza svolgeranno le opportune verifiche” e ha ricordato che “la sorveglianza del Palazzo avviene sulla base di specifici protocolli di sicurezza che hanno un carattere generale e, nell’area da lei indicata, un carattere specifico”. Ai deputati Cinque Stelle è arrivata la solidarietà del gruppo del Partito democratico: “Condividiamo la loro preoccupazione per la possibile lesione della privacy del lavoro dei Gruppi che non deve essere messa in alcun modo in discussione”, ha detto Ettore Rosato.
di Paola Zanca
Il Fatto Quotidiano 17.01.2014