La commissione congiunta Trasporti e Lavoro alla Camera ha approvato all’unanimità la risoluzione avanzata dal Movimento 5 Stelle attraverso Ivan Catalano. Il vicepresidente della Commissione Trasporti ha proposto una manovra di retrofit dei mezzi adibiti al trasporto pubblico, puntando sulla riconversione elettrica e ad emissioni zero dei mezzi già in circolazione (eccezion fatta per quelli troppo obsoleti). Un intervento sicuramente meno costoso di un totale rinnovo del parco autobus. La decisione investe direttamente il processo d’azioni messo in moto per risollevare le sorti dello stabilimento Irisbus di Flumeri: «Il governo si è impegnato ad aprire un tavolo di confronto sulla vertenza Irisbus di Flumeri che punti a tutelare in modo transitorio il reddito dei dipendenti attraverso il meccanismo di cassa integrazione in deroga, a fronte però di un piano aziendale di rilancio che reintegri i lavoratori nel settore – si legge in una nota congiunta di Catalano con Mara Mucci, della commissione Attività Produttive – Abbiamo puntualizzato che tra le alternative di rilancio possibile deve rientrare necessariamente il retrofit elettrico delle flotte, e che qualora ci fossero dubbi in merito, che si proceda ad uno studio ed un’operazione di test del revamping di mezzi di trasporto pubblico. La Irisbus possiede le capacità, i mezzi operativi e il know how per effettuare queste operazioni di revamping, ed il governo sta studiando la fattibilità dei progetti di rinnovo.
Spingeremo, con altre risoluzioni anche in commissione attività produttive e trasporti, ed emendamenti alla legge di Stabilità, affinché si incentivi anche nel privato l’utilizzo di vetture elettriche e riconvertite a trazione elettrica, considerando il fatto che in Italia questo settore non trova spazio a sufficienza, e rileva una scarsa fiducia da parte dell’utente.
Bisogna investire in ricerca e sviluppo almeno alla stregua di quanto avviene al di fuori del Bel Paese, un tempo leader del settore. Questa è una battaglia prima di tutto di civiltà, perché noi dobbiamo essere i primi a guardare soprattutto alla sostenibilità ambientale in tutto ciò che facciamo».
«Il voto unanime di oggi dimostra che la strada che avevamo intrapreso, proponendo un rinnovo del vecchio parco autobus era giusta. Vogliamo essere fiduciosi perché questo tipo di proposta può essere convincente anche per Fiat. Adesso, però, è il tempo delle decisioni – commenta Dario Meninno, Rsu Cgil – Il Governo deve sbrigarsi a compiere per noi la stessa operazione fatta per Alitalia. Se non si trova un acquirente per lo stabilimento non diamo le gambe al progetto, anche se riusciamo a stilare il migliore possibile».
«Non possiamo dirci insoddisfatti ma è il momento di passare dalla carta ai fatti – aggiunge Giulio Battista di Resistenza Operaia – Il 15 novembre sarà il giorno della verità, ma il Governo sa benissimo che oltre all’imprenditore che acquisisca la Irisbus e alla proposta di rinnovo del parco urge un altro elemento: un piano nazionale dei trasporti».
«Ben venga l’unanimità, ma troppe volte abbiamo assistito a facili entusiasmi per poi trovarci con un nulla di fatto – è la riflessione di Silvia Curcio, della Cgil – Sembra sempre di essere in un clima preelettorale, alimentato sulla nostra pelle, ma noi restiamo cauti. Più volte abbiamo chiesto un’ulteriore incontro per parlare di un polo unico con la Breda-Menarini, ma ci è sempre stato negato. Speriamo che il 15 novembre non ci troveremo davanti a brutte sorprese, come quella di scoprire che in realtà le due manifestazioni di interesse per l’azienda erano all’altezza e che tutto è stato un escamotage per prorogarci la cassa integrazione. Altri sei mesi che voleranno».
Il Ciriaco.it