Energia

Petrolio, ostacolo Mefite, Ortolani: Caldoro decida

mefiteAvellino – Non ci sono solo i possibili rischi per le falde acquifere, il problema dell’elevata sismicità di una zona da quattrocento anni epicentro del terremoto, ora il professor Franco Ortolani rileva un altro ostacolo per un’eventuale industria petrolifera in Alta Irpinia e Ufita, la Mefite. Con un messaggio diffuso sui social network alla vigilia della visita dei comitati ai pozzi della Basilicata, in Val d’Agri, il geologo esperto di idrocarburi ha chiesto alla Regione Campania di chiudere con parere negativo l’istruttoria sulle perforazioni richieste a Gesualdo. Nel suo intervento, riportato integralmente a lato, Ortolani ricorda che le faglie “costali che permettono la risalita di fluidi profondi” destinati ad alimentare “le manifestazioni della Mefite, Mefitelle e terme d’Ansanto” interessano il sottosuolo collegato alle vicine Gesualdo e Frigento, sede del progetto di perforazione. Sul confine tra i due paesi che la joint venture permissionaria, Cogeid e Italmin Exploration, intende scavare un primo pozzo esplorativo, per accertare correlazioni extraregionali tra l’Irpinia e i giacimenti su terra ferma della provincia di Potenza. Per Ortolani, il sistema idrico sotterraneo di acque incandescenti che alimentano la Mefite e il sistema termale della zona di Villamaina, non possono essere turbate da attività minerarie che potrebbero alterarne gli equilibri dinamici. La tesi di Ortolani non dovrebbe certo risultare nuova ai tecnici del Ministero dello Sviluppo Economico, che questa porzione di Irpinia sotterranea nei pressi del Monte Forcuso la conoscono analiticamente e in profondità. Neanche un anno fa a Roma sono state presentate le risultanze del lavoro di ricerca condotto dal Cnr nell’ambito del cosiddetto ‘progetto Vigor’ (vedi scheda a lato), con il quale sono state accertate potenzialità geotermiche in grado di sostenere l’attività di una centrale per la produzione di energia elettrica. Ortolani chiede alla Regione Campania di prendere atto delle circostanze scientifiche sfavorevoli sia alle ricerche che, soprattutto, alle eventuali future attività di trivellazione ed estrazione di idrocarburi, dimostrate dai dati in possesso del Mise, sollecitando Roma a impedire la prosecuzione del programma di ricerca. Intanto, ieri pomeriggio i rappresentanti dei comitati che si oppongono al petrolio in Irpinia si sono radunati nella Val d’Agri, dove hanno visitato gli impianti di estrazione, esponendo i propri striscioni contro una prospettiva che intendono scongiurare nella loro terra.

di Christian Masiello
Ottopagine.it

Lascia un commento