Alla fine, la strana maggioranza che sostiene il governo Letta ha trovato l’accordo sul finanziamento pubblico ai partiti superando il problema che teneva il ddl inchiodato alla Camera senza poter fare né un passo avanti, né uno indietro: il tetto alle donazioni private. Che diventa “doppio” a seconda che le erogazioni “liberali” arrivino da persone fisiche o da persone giuridiche (associazioni, società, fondazioni). L’emendamento, a firma dei relatori Emanuele Fiano (Pd) e Mariastella Gelmini (Pdl) prevede un tetto a scalare in maniera graduale per i prossimi 3 anni: la percentuale in base alla capacità di raccolta dei bilanci dei partiti sarà nel 2014 del 15%, nel 2015 del 10%, nel 2016 del 5%. Dal 2017, il limite alle donazioni diventerà a regime e sarà di 300 mila euro per le persone fisiche e di 200 mila per le persone giuridiche, ricomprendendo anche le fideiussioni. L’ACCORDO, si diceva, è stato votato. Ma l’approvazione del ddl ci sarà solo la prossima settimana. Perché anche ieri, in aula a Montecitorio, è scoppiata una nuova bagarre tra Pd e Movimento Cinque Stelle. Casus belli, l’intervento del grillino Riccardo Fraccaro, che si è rivolto ai colleghi della maggioranza chiamandoli “ladri”. Epiteto che soprattutto i parlamentari democratici non hanno accolto bene, protestando come allo stadio (“Fuori, fuori”), mentre un deputato di Scelta Civica, con il sandalo in mano, veniva fermato dai commessi mentre tentava di punire il medesimo Fraccaro a livello corporale. “Non ci ho visto più” ha fatto outing più tardi il “francescano di Sc” Mario Sberna, confessando il misfatto. “Probabilmente – ha aggiunto – se Fraccaro fosse stato vicino a me gli avrei infilato il sandalo in bocca. Perché buono sì, ma quando è troppo è troppo…”.A detta di Sberna “il relatore di 5 Stelle, appena iniziato il discorso e senza alcuna ragione apparente ma rivolgendosi con lo sguardo a noi di Scelta Civica e del Pd, ha urlato: ‘Continueremo a chiamarvi ladri!’. Un’offesa gravissima: ho insegnato ai miei figli a non toccare nemmeno uno spillo che non sia loro, nella mia vita l’ho sempre fatto e ora un ragazzino qualunque, baciato dalla sorte o da poche decine di clic, accusa di furto centinaia di parlamentari, con arroganza e cattiveria incredibili. Allora, nella confusione generale, m’è venuto il gesto di togliermi il sandalo e agitarlo”.DOPO LA “RISSA”, i deputati del Pd hanno guadagnato l’uscita e Marina Sereni del Pd, che presiedeva l’aula, ha rinviato tutto alla prossima settimana. Sembra chiaro che non sia finita qui. Perché l’accordo raggiunto tra le parti riserverà senz’altro ai 5 stelle nuovi motivi di polemica. Per dirne una: la famosa norma salva-Forza Italia si è trasformata addirittura in un capitolo pro-colombe del Pdl: potranno infatti beneficiare dei finanziamenti anche le forze politiche che abbiano un gruppo parlamentare autonomo. Basteranno, cioè, almeno 20 deputati alla Camera e 10 senatori al Senato (ma anche meno con le deroghe previste dal regolamento) per avere contributi anche se il nuovo gruppo non fa riferimento a un partito che si è presentato alle ultime elezioni, come invece era stato scritto prima. Insomma, lascissione pidiellina è stata garantita anche nella “sostanza”, visto che viene consentita la nascita di una formazione pro-governo Letta con le cosiddette colombe del Pdl che potrebbero essere meno della metà più uno della quota di aderenti al Pdl che prevedeva l’emendamento precedente.
SUL FRONTE complessivo del cuore della legge, è scritto che a decorrere dal 2014 “le forze politiche iscritte nel Registro dei partiti (istituito con la nuova legge, ndr) sono ammesse al finanziamento privato in regime fiscale agevolato qualora abbiano conseguito nell’ultima consultazione elettorale almeno un candidato eletto sotto il proprio simbolo, anche ove integrato con il nome di un candidato, alle elezioni per Camera, Senato, Parlamento europeo, Regionali”. Insomma, tutti. Così come tutti potranno accedere alla ripartizione annuale del 2 per mille secondo il medesimo criterio. Ovviamente, sono previste delle sanzioni, per altro piuttosto blande. Se, per fare un esempio, un partito verrà “beccato” con in tasca soldi superiori ai tetti previsti da finanziamenti privati, potrà rischiare anche l’esclusione dai finanziamenti per tre anni e non potrà accedere al 2 per mille, ma non dovendo certificare gli introiti volta per volta, ma solo a consultivo, sarà complicato scoprire le violazioni. Anche perché – ed ecco un’altra concessione vera che è stata fatta al Pdl – il limite dei 200 mila euro di donazione, riferito alle società, “non si applica in ogni caso in relazione ai trasferimenti di denaro o di natura patrimoniale effettuati tra partiti politici”. E i tetti si applicheranno anche in caso di “fideiussioni e altre tipologie di garanzie reali o personali concesse in favore di partiti politici”. In pratica, le donazioni. Di contro, il Pd ha ottenuto la cassa integrazione anche per i dipendenti dei partiti politici, un “regalo” da 4 milioni di euro. Insomma, come sempre, una mano lava l’altra.