Acqua Ecologia

Sversamenti nel Sele, è ancora un giallo

pavoncelli_bisDopo i recenti avvelenamenti della fauna ittica. Si cercano le cause. Confronto aperto tra tecnici e amministratori anche sui lavori previsti per la Pavoncelli. La Storia della galleria di valico e i recenti sviluppi. Costi di previsioni e ulteriori ritardi.

Non si calmano le acque a Caposele, anche se questo è il paese della acque, ma di certo in questi giorni non si può parlare di acque limpide, né dal punto di vista di quelle del Fiume Sele, che ha visto negli ultimi giorni una serie di sversamenti, né dal punto di vista delle polemiche.
Il tutto ruota intorno alla Pavoncelli e alle sue acque, e si intreccia con le dinamiche politiche e di parte. Un caleidoscopio di eventi che ha visto il paese diviso su fronti contrapposti. Ma cos’è questa Pavoncelli? La Pavoncelli è la galleria di valico che porta l’acqua in Puglia, fu costruita tra il primo e il secondo decennio del secolo scorso e convoglia le acque di Caposele e di Cassano Irpino; con il terremoto del 1980 ha subito dei danni, ma grazie a un bypass costruito in quella occasione, si ripristinò la sua funzione normale. Successivamente, l’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese ottenne in base alla Legge n. 64 del 1986, nell’ambito del secondo piano di attuazione del programma triennale di sviluppo del Mezzogiorno 1988-’90, un finanziamento per la realizzazione della nuova pavoncelli_dannigalleria di valico, denominata “Galleria Pavoncelli Bis”. I lavori di quest’opera si fermarono negli anni novanta del secolo scorso, a causa di un allagamento che avvenne durante le fasi lavorative, allagamento che provocò l’abbassamento delle falde della Sanità; in quella occasione fu creato un tappo di cemento armato per evitare che si potesse arrivare a una situazione non più gestibile. Dopo questi eventi, fu realizzato un pozzo di ispezione per consentire l’ingresso dei palombari in galleria, al fine di far ispezionare il tratto rimasto inaccessibile all’indomani dell’evento che causò l’allagamento e il fermo delle operazioni di trivellazione.
Ed arriviamo ai giorni nostri. Ufficialmente si ritiene, da fonti governative, che l’ispezione ha dato
risultati più che rassicuranti per la prosecuzione dei lavori, dunque, anche in questo caso, lo scetticismo e le preoccupazioni non mancano. La PAV, come qualcuno l’ha ribattezzata, cioè la Pavoncelli, potrebbe arrecare danni alle sorgenti poste a quote più elevate. Dovrebbe essere stato eseguito uno studio VIA sulle acque locali, il Tribunale delle Acque non si è ancora espresso su questa vicenda, intanto le opere preparatorie ai lavori veri e propri sono iniziate. Per quanto Pavoncelli internoconcerne eventuali ripercussioni sulle falde degli altri comuni, si hanno preoccupazioni forti che questo possa accadere. Non a caso, le autorità della nostra provincia, cioè l’Autorità di Bacino e l’Amministrazione Provinciale, si sono opposte alla realizzazione dell’opera. Ritengono che a monte non ci sia uno studio di impatto ambientale; l’unica autorizzazione è stata rilasciata dal sindaco di Caposele, perciò l’ATO e la Provincia hanno fatto ricorso al TAR e al Consiglio di Stato e l’unica autorizzazione è la VIA prodotta dal Comune di Caposele.
Ma sulla sua utilità non tutti concordano. A Caposele pensano che sia un volano di crescita economica ed occupazionale. Chi invece pensa, al contrario, che quest’opera sia un grosso giro
d’affari tra progettisti, esecutori dei lavori e chi li dirige. Inoltre, sulla opportunità di fare un’opera nuova rispetto alla esistente, le risposte sono anche in questo caso contraddittorie, cioè molti si chiedono se fosse stata mai presa in considerazione una reale possibilità di sistemare la vecchia opera, evitando una spesa di così ingente entità (160 milioni di euro circa). C’è chi si ricorda di alcune fotografie scattate dopo il sisma del 1980 che evidenziavano un parziale restringimento della galleria, allora sarebbe bastata soltanto una riparazione del tratto danneggiato. Si deve studiare la motivazione del progetto e verificare i reali danni.
Circa la possibilità di veder crescere l’economia di Caposele grazie a quest’opera, lo scetticismo si contrappone alle più ottimistiche previsioni, infatti molti sostengono che non resterà molto di quest’opera a Caposele, le maestranze specializzate necessarie alla costruzione della galleria verranno da altre realtà

foto sversamento

territoriali, inoltre si tratta di interventi che non creano occupazione stabile. Altro punto

sul quale l’opinione pubblica si divide è il danno arrecato alle trote, al fiume e all’ecosistema. Non

Redazione tutti concordano sul nesso di casualità tra gli sversamenti nell’alveo delle sostanze bianche e la moria di trote. Tuttavia è risaputo che spesso sono utilizzati additivi chimici nelle lavorazioni di perforazioni. Insomma, gli sversamenti che hanno reso opaca l’acqua del Sele hanno messo a fuoco una serie di problematiche che inducono a un dibattito serrato tra i caposelesi, ma il problema sta traboccando rispetto a quelli che sono i confini del Comune di Caposele, interessando le comunità valligiane esposte ai pericoli degli sversamenti, che seppur non fossero stati cause della moria delle trote, di certo non rappresentano un ottimo esempio di cura e salvaguardia della natura e delle attività agricole situate più a valle.

Ottopagine 10.10.2013

 

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