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Caposele: tra il dire e il fare…

“La terra non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri, ma ci è stata data in prestito dai nostri figli” (Proverbio indiano)

Di certo, almeno a Caposele, non lasceremo ai nostri figli un’isola felice ma piuttosto un luogo dove “natura incontaminata” si ritrova al massimo sui volantini e sui cartelloni pubblicitari. Eppure altrove ci si muove e si cercano soluzioni per ovviare all’annoso problema dei rifiuti. Da oggi 17 novembre, ad esempio, inizia la 4° edizione de “La settimana  europea per la riduzione dei rifiiuti” (EUROPEAN WEEK FOR WASTE REDUCTION-EWWR) che terminerà il 25 novembre. Questa iniziativa nasce all’interno del Programma LIFE+ della Commissione Europea ed ha come obiettivo primario la sensibilizzazione circa la strategia e le politiche di prevenzione dei rifiuti messe in atto dall’Unione Europea. Si tratta di una “campagna di comunicazione ambientale che coinvolge tutti i livelli nazionali e locali degli Stati Membri aderenti” (tra cui la Regione Campania e la Provincia di Avellino) e lo scopo primario è quello di rendere i cittadini più consapevoli sulle grandi quantità di rifiuti prodotti e sulla necessità di una loro drastica riduzione. Secondo lo scienziato statunitense Paul Connet, ideatore della strategia “rifiuti zero”,  la vera valorizzazione del rifiuto non è nè  l’inceneritore nè il termovalorizzatore, bensì il riciclo o il riuso e sostiene che per giungere a “rifiuti zero 2020” occorrono:
Responsabilità comune
Responsabilità industriale
Buona leadership politica (!)
Connet divide poi in 10 passi il percorso di “rifiuti zero”:

1) separazione alla fonte: bisogna separare rifiuti e risorse.
2) raccolta porta a porta: sono importanti tre raccoglitori di rifiuti, ovvero multi-materiale, organico e residuo.
3) compostaggio, cioè il risultato della umidificazione e della decomposizione di materie organiche che possono essere riutilizzate per fertilizzare ad esempio campi e prati.
4) riciclaggio, poiché  è assurdo che vengano bruciati materiali il cui costo sul mercato aumenta in modo considerevole.
5) riuso: ancor più positivo del riciclaggio visto che ha  anche un altissimo vantaggio economico (ad esempio la creazione di nuovi posti di lavoro). Secondo  Connet che bisognebbe  invogliare i costruttori e gli architetti nella rete consumi zero.
6) ridurre il 20% di rifiuti non ancora riciclabile: bisogna riuscire a minimizzare la frazione residua dei rifiuti non riciclabili con innovazioni come il riutilizzo di bottiglie attraverso la vendita di alimenti sfusi.
7) incentivi economici.
8) impianti di separazione della frazione residua.
9) miglior responsabilità industriale: per riuscire a superare una certa soglia di riciclaggio c’è  bisogno di un intenso coinvolgimento delle industrie e delle università locali. Il messaggio che va mandato all’industria, dice Connet, è “se non si può riciclarlo non bisogna produrlo.”
10) discarica temporanea.
Lo scienziato sostiene inoltre che il piano è “meglio per l’economia perché porta più posti di lavoro. E’ meglio per la salute poiché meno inquinante. E’ meglio per le università perché possono fare ricerca ed avere più mezzi. E’ meglio per il nostro pianeta poiché più sostenibile. E’ meglio per i nostri figli poiché possono avere più speranze”.

Ci sono comuni nella nostra Irpinia, nello specifico Bagnoli Irpino e Lioni, che hanno deciso di intraprendere la strada della raccolta differenziata “porta a porta”. In particolare il comune di Bagnoli ha cominciato questo nuovo tipo di raccolta dal 1° Ottobre 2012, consapevole che solo in questo modo è possibile salvaguardare e promuovere il territorio: “è infatti precisa convinzione di questa Amministrazione che la tutela, la promozione e la valorizzazione del territorio rappresentano non solo “azioni” da porre in essere per la conservazione dell’ambiente, ma “strumenti”per lo sviluppo economico e produttivo dell’intera area”. Oltre a questa molte altre sono le iniziative di tutela ambientale che si intendono realizzare nel comune di Bagnoli che di certo porteranno al conferimento di altri premi che si andranno ad aggiungere a quelli già ricevuti. Cosa più importante regalerà ai suoi abitanti un’oasi in cui vivere con piacere e di cui andare fieri. Anche ai turisti, che sia d’estate che d’inverno frequentano la località irpina,  mostrerà un ambiente VERAMENTE incontaminato e TUTELATO.  E’ davvero un peccato che questa lungimiranza e questo percorso verso stili di vita eco-compatibili sia al momento un’utopia per un territorio, come quello di Caposele, che avrebbe tutte le carte in regola per essere un comune a 5 Stelle.

Non basta avere FEDE per far sì che l’AMBIENTE venga tutelato e messo a disposizione delle future generazioni nonché dei turisti che ancora giungono nella frazione di MATERDOMINI (spinti dalla forte devozione a San Gerardo e non certo richiamati dall’evidente stato di abbandono del luogo, carente anche delle basilari strutture di accoglienza) e che potrebbero ammirare tutte le nostre bellezze naturalistiche. La vera CULTURA si coltiva!

Non parliamo di isola felice se non possiamo garantire un paese quantomeno accogliente, dove ci sia senso di responsabilità sia da parte degli amministratori sia da parte dei cittadini e dove per “bene comune” si intenda l’intero territorio comunale.

absit iniuria verbis

 

 

 

 

 


Un altro mondo è possibile

 

 

 

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