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Il pozzo di soldi pubblici senza fine della Tav

tavachepunto“E’ notizia di questi giorni che la Corte dei Conti ha chiesto dei chiarimenti a Virano in merito ad un incarico del valore di 18.000 euro per i mesi di novembre e dicembre (vale a dire 9.000 euro al mese!) assegnato dal presidente dell’Osservatorio all’architetto Fabrizio Bonomo soltanto per monitorare costantemente i siti internet dedicati a trasporti e alta velocità, concentrandosi anche sui siti e i blog della galassia antagonista No Tav. Non siamo affatto stupiti, anzi… anche noi abbiamo depositato solo pochi giorni fa un esposto che chiede di far luce su alcuni aspetti relativi ai molteplici incarichi del neo-presidente di Telt (il nuovo soggetto che subentra a Ltf nell’ambito dei lavori per il TAV Torino-Lione). Speriamo che l’indagine di cui ora veniamo a conoscenza sia soltanto l’anticipo di approfondimenti più ampi.

Spreco senza fine
Queste nuove rivelazioni non fanno che confermare le nostre preoccupazioni in merito all’uso dei fondi pubblici nell’ambito di un progetto che già di per sè costituisce un inno allo spreco delle risorse pubbliche. Basti pensare che Ltf in un arco temporale di soli 11 mesi ha emesso fattura di ben 174.000 euro per la pulizia di 11 moduli/container (impiegando a tempo pieno due persone e due furgoni) e quasi 150.000 euro per la fornitura di acqua per i WC. Proprio per richiamare l’attenzione sull’opportunità o meno di finanziare ulteriormente l’opera, qualche giorno fa i rappresentanti del M5S al Parlamento Europeo hanno consegnato a Violeta Bulc – Commissaria per i trasporti della Commissione Europea -, il “Dossier di diniego al contributo per la TAV Torino Lione”, sottoscritto anche da parlamentari e consiglieri regionali del Piemonte.

Il dossier del M5S
Il titolo del documento è volutamente goliardico perché tale sono state sia la decisione del CIPE con cui è stato approvato il progetto della tratta comune italofrancese della Torino-Lione sia, conseguentemente, anche il Dossier di Finanziamento presentato ieri in Europa dai due Governi. Non riusciamo a trovare altre definizioni per dei documenti che sono omissivi, fantasiosi, che citano numeri sbagliati e sembrano redatti da prestigiatori di professione con lo scopo di renderne difficoltosa, se non impossibile, la comprensione. Nel sintetico Dossier in realtà sono elencate in modo puntuale – con tabelle e dati originali – le motivazioni per cui la UE non dovrebbe concedere alcun contributo per la tratta comune italo/francese della Torino Lione, in particolare sono elencate le motivazioni tecniche quali l’indeterminatezza dei costi e della relativa tratta, il crollo del traffico merci ferroviario e autostradale e la conseguente inesistenza di colli di bottiglia, l’incapacità dimostrata da parte italo/francese di saper spendere i soldi che l’Europa aveva già stanziato nel 2008 (prova ne è la perdita del 60% del contributo pari ad oltre 400 mln euro), l’apertura al traffico della seconda canna del tunnel autostradale del Frejus che di fatto cancella la presunta politica di trasferimento merci dalla gomma al ferro, la media di 30 mesi di ritardo su tutte le tappe del cronoprogramma, etc.

Perché NoTav
Nel Dossier sono altresì elencate le motivazioni politco/sociali quali la contrarietà all’opera da parte della popolazione e delle amministrazioni, il fallimento del tentativo di far condividere l’opera da parte dell’Osservatorio dell’arch. Virano, l’inaccettabile militarizzazione del territorio e l’utilizzo della Magistratura per sedare gli oppositori. Infine sono stati elencati gli aspetti di ordine generale per cui non dovrebbe essere concesso alcun contributo ovvero il fatto che in Italia un km di Alta velocità costa da 6 a 9 volte rispetto agli altri paesi europei dove è stata realizzata e, molto importante, il fatto che l’Italia è il Paese europeo dove è più alto l’indice di corruzione percepita, come dimostrato dall’ultima indagine di Trasparency International. Nel frattempo la società LTF (Lyon Turin Ferroviaire) ha iniziato i lavori per la realizzazione di unanuova galleria esplorativa di 9 km scavata tra due discenderie francesi. Ltf la spaccia per una semplice galleria di studio, una delle tante previste nel programma di prima fase, ma in realtà con questa decisione si dà di fatto il via libera ai lavori per la costruzione del tunnel di base del Tav, aggirando tempi e limiti che erano stati fissati nei precedenti accordi tra Italia e Francia. In sostanza siamo davanti al tunnel definitivo della Torino-Lione mascherato da “semplice galleria di ricongiungimento”. Per questo motivo il M5S ha presentato un esposto presso la Corte dei Conti.

L’esposto del M5S
Vogliamo sapere se, oltre agli estremi di violazione di legge, ci siano anche danni erariali per lo Stato italiano e uso improprio di fondi pubblici. La società privata LTF, infatti, è partecipata per il 50% da Rete Ferroviaria Italiana, dunque i costi dei lavori eseguiti nella prima fase sono suddivisi tra Italia e Francia. Questo significa che ci ritroveremo a pagare un lavoro conoscitivo assolutamente inutile: questa galleria geognostica, infatti, è solo uno sperpero di denaro pubblico. Inoltre siamo davanti a una chiara violazione delle norme sulla decisione di inizio del Tav. Nel 2012, infatti, Italia e Francia stabilirono che per l’avvio dei lavori definitivi della parte comune italo-francese (cioè il tunnel di 57 km), occorre l’approvazione di un protocollo addizionale separato. Ma ad oggi, questo nuovo accordo è stato firmato dai Primi Ministri Italiano e Francese ma manca del tutto la ratifica da parte dei rispettivi Parlamenti”.
Francesca Frediani e Marco Scibona, M5S Piemonte

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