IN 250 MILA NELLE STRADE CONTRO I PROGETTI FARAONICI DI MONDIALI E OLIMPIADI E I RINCARI. LA PRESIDENTE: “AVETE RAGIONE”.
L’EX GUERRIGLIERA Rousseff si è manifestata ieri per la prima volta, dopo le drammatiche dimostrazioni avvenute le settimane scorse a São Paulo, Brasília e Rio de Janeiro, dove i reparti di “choque” della Polizia militare ha represso com violenza i manifestanti (giornalisti inclusi) che, pacificamente, dimostravano contro il governo.
“Le dimostrazioni pacifiche sono legittime e proprie della democrazia”, hà dichiarato Rousseff attraverso Helena Chagas, la ministra della Secretaria da Comunicação Social del governo. Poche ore dopo la sorprendente occupazione sul tetto del parlamento brasiliano da parte di migliaia di manifestanti, anche l’ex presidente Lula hà fatto una dichiarazione su Facebook, difendendo il dialogo tra autoritá e manifestanti, aggiungendo che “Nessuno, con la coscienza a posto, può essere contro le manifestazioni civili”.
Il ministro della segreteria generale della presidenza, Gilberto Carvalho, ha ammesso che il governo federale non è riuscito a capire le ragioni delle successive manifestazioni avvenute nei giorni scorsi, per il fatto che “hanno un nuovo formato, differente da quelle del passato”, le quali erano organizzate da organizzazioni politiche e sindacali.
SECONDO IL MINISTRO le nuove dimostrazioni sono “estremamente complesse”, specialmente per il fatto che avvengono in diverse città della federazione brasiliana. “Sono nuove forme di mobilizzazione che noi – della generazione degli anni Settanta, Ottanta e Novanta – non conosciamo. L’avvento delle rete sociali, la volontà di partecipazione che cresce ed esce da Facebook, per poi essere applicata nella realtà, sono fattori nuovi che creano un nuovo repertorio politico”, sostiene Carvalho.
L’Ottantaquattro per cento dei manifestanti paulisti – secondo le statistiche di Datafolha – non aderisce a nessuna partito politico, il 77 per cento possiede un livello scolastico di tipo superiore, il 22 per cento sono studenti, il 53 per cento ha meno di 25 anni e il 71 per cento di loro ha partecipato per la prima volta ad una manifestazione. In effetti nei cortei non si sono viste le bandiere dei partititi politici e l’adunata dei 250 mila brasiliani è avvenuta attraverso la Rete. L’opposizione dei brasiliani ai megaeventi cresce ogni giorno di piú ed è evidenziata anche dal ministro Carvalho, il quale ha affermato che la società brasiliana “non vuole più dal governo” pratiche politiche adottate nel paese, come la costruzione di costosi stadi per i Mondiali di Calcio, “innalzati accanto a ospedali che non possiedano una struttura sanitaria sufficiente per aiutare veramente la società”.
di Giuseppe Bizzarri
Il Fatto Quotidiano 19.06.2013