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Cari colleghi, cosa ne facciamo del ministro Lorenzin?

beatrice_lorenzinChe facciamo, cari colleghi, ora che il nostro capo supremo, nonché ministro della Salute è la signora Beatrice Lorenzin?

Chi è costei? Nessuno lo sa, se non chi l’ha fatta arrivare fin lì.

A noi medici lo spiega alle 2.02 di notte “Doctor News”, il quotidiano on-line dei medici italiani, che ci invia una sola pagina con una sola notizia. Poche parole, scarne, tipo “comunico perché devo farlo, ma non vorrei perché non so cos’altro dire…”

Chi è la signora Lorenzin? Siamo in molti a chiedercelo, circa 350.000, tanti sono i medici italiani. Il nostro Doctor News ce la presenta così, freddo e preciso: “Deputata del Popolo delle Liberta’, 42 anni, entrata in politica a 25, diploma liceo classico. Prima di entrare in politica era libera professionista”.
Di che? E continua: “Gia’ deputata nella precedente legislatura”. Beata lei, e che ha fatto di così eclatante da meritarsi un premio di tale misura? Per avere la risposta basta guardare su internet, sulla sua scheda di deputato: tante parole e poca sostanza.

Una cosa però molto importante viene sottolineata: “Sulla fecondazione eterologa si è espressa più volte per non cambiare la legge”. Si tratta della legge 40 del 2004, che stabilisce il divieto di una coppia, nel caso in cui uno dei due sia sterile, di ricorrere alla fecondazione eterologa assistita per avere un figlio.

Mi chiedo perché la signora Lorenzin si opponga a questa procedura, adottata ormai da tutti i paesi più avanzati. Penso alle migliaia di persone che per una qualsiasi malattia o vicenda umana si ritrovano sterili, con la sola possibilità eventualmente risolvere il problema andando all’estero, in paesi limitrofi al nostro, dove la fecondazione eterologa assistita è una pratica medica convalidata dalla Corte Europea. Molti ricorsi sono stati fatti in Italia, negli ultimi anni, contro questa legge che vede calpestato il diritto di una coppia a poter accogliere una nuova vita, a dare continuità affettiva e genetica alla propria famiglia.

Ma la mentalità retrograda di molte persone, ben rappresentata anche in Parlamento, non fa altro che far ritornare indietro la medicina di centinaia di anni.

Un politico dovrebbe essere saggio, esperto, competente, sapere di cosa sta parlando e soprattutto essere sempre dalla parte dei cittadini, e non dei preti, e tanto meno dei partiti. Come medico non mi aspetto niente di buono in un prossimo futuro. Non si può certo paragonarla a Livia Turco, Maria Pia Garavaglia, o anche all’onesta Rosy Bindi, che, pur con tutte le sue limitazioni, ha ricoperto questo difficile incarico prima di lei. Da tutto quello che si conosce pubblicamente del nostro nuovo ministro non emerge niente di confortante, se non che per 15 anni si è dedicata ad una scalata politica molto ben riuscita, che l’ha portata al top.

Ma la sanità è una cosa seria e il diritto alle cure è il primo della lista per tutti cittadini. Non si può adattarlo alle esigenze di un partito, di una chiesa, di una persona.

di Rosamaria Vitale
Medico chirurgo, specialista in Psicologia, psicoterapeuta
L’ Huffington post

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