Energia

Petrolio, dialogo avanti fino al 13. Ma i ricorsi sono pronti

Trivelle1«Gesualdo è il caso simbolo per il Sud»

L’atteggiamento tenuto dal governo regionale Caldoro sulla vicenda petrolifera in Irpinia e nel Sannio, giudicato da molti osservatori defilato, non induce all’ottimismo tra gli amministratori locali delle zone interne, preoccupati che in conclusione la Regione non fermerà le perforazioni esplorative a Gesualdo. E se anche oltre i confini irpini e campani i timori non mancano, proprio per questo stanno moltiplicandosi le iniziative per contrastare l’avvio degli scavi. A Bari il governatore Nichi Vendola e l’Acquedotto Pugliese stanno monitorando l’evoluzione del permesso accordato dal Ministero dello Sviluppo Economico alla Italmin Exploration, alla vigilia della decisione sull’autorizzazione della prima serie di perforazioni tra Ufita e Alta Irpinia, nel cuore della cassaforte idrica del Mezzogiorno. Dopo una iniziativa del presidente del Consiglio regionale pugliese e dello stesso governatore, il dialogo aperto con i sindaci delle sorgenti, da Cassano a Caposele, passando per Montella e Conza della Campania, oggi sembra delineare un asse istituzionale sovra-regionale in grado di fronteggiare anche un eventuale via libera di Palazzo Santa Lucia ai sondaggi nel sottosuolo. In attesa del confronto del 13, quando in Commissione Ambiente i vertici regionali ascolteranno dalle rappresentanze istituzionali locali le ragioni di un richiesto un blocco delle ricerche immediato, i sindaci Vecchia e Farina hanno già annunciato per metà aprile la convocazione di un tavolo tenico-politico, che dovrà fare il punto sull’esito che avrà l’esame della Italmin.

Nel caso di un rinvio della decisione (sulla valutazione di impatto ambientale proposta dalla joint venture), in attesa che il prossimo governo deciderà il destino degli impegni energetici lasciati dal Ministro Corrado Passera, il tavolo rinsalderà i propositi di controllo della pratica, riservandosi altri passi. In caso contrario, sono in molti a ritenere in queste ore che la strada sarà obbligata verso i ricorsi alla giustizia amministrativa generale da un lato, cioè Tar e Consiglio di Stato, ma anche i tribunali espressamente competenti in materia idrica. La Puglia potrebbe invocare l’interesse nazionale.

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