Il portavoce del Movimento Cinque Stelle alla Camera ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica il caso Pavoncelli bis, presentando un’interrogazione parlamentare perché i lavori sono fermi da cinque mesi
«Devo dire che sono sorpreso dal tono e della inconsueta risposta del commissario Sabatelli che anticipa in maniera irrituale quella ufficiale del Ministro. Risposta ufficiale che attendiamo con ansia perché se dovesse confermare le gravissime affermazioni del Sabatelli ci aspetteremmo un blocco cautelativo dell’opera con relativa denuncia». Così Carlo Sibilia, portavoce del Movimento Cinque Stelle alla Camera, che ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica il caso Pavoncelli bis, presentando un’interrogazione parlamentare perché i lavori sono fermi da cinque mesi.
«Alla sola lettura di quanto dichiarato mi è venuta la pelle d’oca – prosegue Sibilia -. E non oso immaginare cosa abbiano pensato gli abitanti di Caposele. Devo dire che se dovessi sapere che l’impresa che lavora al palazzo accanto casa mia, ha presentato una relazione per il rischio esplosione (ricordiamo che a Caposele non c’è un vulcano), sarei sul piede di guerra. E ancora più grave è il tentativo di minimizzare la cosa. “Un po’ di gas c’è, ma non una grande massa”. Come fosse un po’ di polvere che si può nascondere sotto il tappeto. Ma dalle dichiarazioni viene fuori un disastro senza controllo. La “talpa” è ferma, impantanata, già si è tentato di tirarla fuori due volte e non si è riuscito e ora altre risorse pubbliche verranno sprecate per affidare questa operazione ad un’altra impresa. Impresa della quale – testuale – non si riesce ad avere il certificato antimafia. Cioè? Il prefetto è stato interessato della cosa? Come risponde a questa grave affermazione del commissario? E se non si dovesse riuscire a tirarla fuori? Il Sabatelli ci rassicura “in qualche modo si farà”. E certo! Quando i soldi e i rischi sono dei cittadini italiani in qualche modo si fa sempre. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Poi si dovrà attivare un’azione di responsabilità per capire se la talpa si è fermata per colpa dell’impresa o per l’imprevedibilità idrogeologiche. Quindi altri ritardi».
Sibilia prosegue: «Magari per scoprire alla fine che i rischi che ponevamo sui problemi idrogeologici, quindi non imprevedibili, si siano prontamente
manifestati. Ma dopo aver definito un quadro di lavori fermi e rischio esplosione il commissario ci tranquillizza, se servono i soldi si usa il fondo accantonato per le emergenze. Caro commissario guardi che se non vengono usati quei soldi si possono sempre risparmiare. So che si vuole far credere che dopo aver speso 100 milioni di euro non si può tornare indietro. Invece secondo noi no. Se i rischi sono questi e i lavori sono fermi e ci costringono a sprecare altri soldi pubblici non si fa altro che supportare la nostra idea sul fatto che la Pavoncelli-bis sia un’opera costosa, rischiosa e inutile. Va fermata. E ognuno se ne prenderà le proprie responsabilità. Economiche e politiche. L’opera sarebbe dovuta terminare nel 2016 come il commissario aveva dichiarato. Ovviamente non è accaduto. Sicuramente questa situazione e la scarsa credibilità del commissario ne impongono la sua rimozione».
a cura della Redazione
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