Il Presidente del Consiglio è allergico alle critiche. Se gli sbatti la verità in faccia reagisce come se fosse lesa maestà. Sentirsi dire che ha occupato la cosa pubblica lo ha mandato fuori di testa, al punto da arrivare ad invitarmi a chiedere scusa agli italiani. Ma chi deve chiedere scusa all’Italia è lui, che ha fatto della Costituzione uno strumento personale per darsi più potere e legittimarsi nel suo partito e davanti al Paese, e ha ridotto un referendum costituzionale in un referendum sulla sua persona.
Ecco dieci motivi per cui Renzi deve chiedere scusa agli italiani:
1) Schiforma. Con il voto anche di un plurindagato come Denis Verdini, ha fatto approvare una riforma costituzionale che insieme all’Italicum permetterà a un solo partito politico (al quale viene assegnato un premio di maggioranza abnorme ritenuto incostituzionale) di determinare da solo sia l’elezione del Consiglio Superiore della Magistratura, dei giudici della Corte costituzionale, dello stesso Presidente della Repubblica e di decidere i componenti delle Autorità indipendenti e del Cda della Rai. Con questa riforma porta in Parlamento la classe più indagata d’Italia, quella dei Consigli regionali, dandogli pure l’immunità, e non riduce gli sprechi della politica
2) Legge elettorale ad partitum. Ha fatto una legge elettorale peggiore del Porcellum, ritagliata su misura per garantirsi la vittoria, senza voto di preferenza e ora è pronto a cambiarla solo perchè rischia di perdere le elezioni
3) RAI al guinzaglio. Ha lasciato la Rai nelle mani dei partiti e ha imposto un super amministratore delegato nelle mani del governo, che a sua volta nomina direttore di rete, direttori di testate giornalistiche e persino giornalisti; in questo modo controlla l’informazione della tv pubblica, specie ora che si avvicina la campagna referendaria per la riforma costituzionale. Ha inserito il pagamento del canone nella bolletta elettrica, facendo pagare agli italiani una parte degli stipendi d’oro dei vertici Rai
4) Caos scuola. Aveva promesso di cancellare la supplentite e invece con la sua pessima riforma della scuola ha lasciato insegnanti e studenti nel caos
5) Tagli miliardari alla sanità. Tra il 2015 e il 2016 ha tagliato 4,3 miliardi di euro alla sanità e reso a pagamento oltre 200 prestazioni mediche che prima erano rimborsate dal servizio sanitario nazionale
6) Disastro occupazionale. Con il Jobs Act ha trasformato anche i contratti a tempo indeterminato in contratti precari (la presa in giro delle “assunzioni a tutele crescenti“), assunzioni che sono crollate (-33,4% nel primo semestre 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015) non appena sono stati ridotti i costosissimi incentivi. I voucher sono esplosi (1,4 milioni di persone sono state pagate con questo strumento di precarietà estrema nel solo 2015) e i lavoratori hanno perso persino la sicurezza di un contratto. I licenziamenti nel secondo semestre 2016 sono cresciuti del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2015. La disoccupazione rimane a livelli altissimi (11,5%) e il dato ufficiale, che include tra gli occupati anche coloro che lavorano 1 ora a settimana, nasconde quasi 3 milioni di inattivi
7) Fallimento economico. Ha sprecato la favorevole congiuntura internazionale del 2015 con inutili bonus e una riforma del lavoro recessiva. L’Italia è cresciuta meno di tutti gli altri grandi Paesi europei lo scorso anno (un misero 0,8%) e crescerà ancor meno quest’anno (il rapporto del centro studi Confidustria di ieri stima la crescita 2016 allo 0,7% e quella 2017 allo 0,5%). L’economia, di fatto, è ferma. Il debito pubblico continua a salire e con il Pil stagnante il rapporto debito/Pil fa altrettanto. Non si decide a ripudiare l’austerità europea e non può quindi spendere per infrastrutture, sicurezza del territorio e occupazione stabile. Come se non bastasse l’Italia di Renzi è entrata in deflazione, motivo per cui il debito (pubblico e privato) è ancora più difficile da smaltire e allontana la ripresa. Intanto la fiducia delle imprese è in calo e le vendite al dettaglio diminuiscono da 7 mesi consecutivi
8) Niente lotta alla corruzione. Ha depotenziato il 416 ter sul voto di scambio politico – mafioso e il reato di falso in bilancio. Con la legge sull’Autoriciclaggio ha consentito di utilizzare il denaro sporco, proveniente da altri reati, per uso e godimento personale: le mafie ringraziano. Ha alzato la soglia del contante sino a 3 mila euro e ha aumentato tutte le soglie di non punibilità nella sfera della grande evasione. Nella sua legge anticorruzione non c’è il Daspo per i corrotti, niente agente provocatore o infiltrato e niente possibilità di sequestrare o confiscare i beni dei condannati per reati di corruzione
9) Milioni di euro pubblici ai partiti. La sua maggioranza ha approvato in tempi record la sanatoria con cui i partiti si intascano oltre 45 milioni di finanziamenti pubblici aggirando i controlli sulla regolarità dei bilanci dei partiti;
10) Sostegno alle banche, e i cittadini abbandonati. Con il Bonus Poletti ha preso in giro 5 milioni di pensionati, a cui la riforma Fornero aveva sottratto illecitamente soldi. Ha trasformato le banche popolari con attivi maggiori di 8 miliardi in SpA, aprendole definitivamente al mercato e all’acquisizione di grandi gruppi bancari. Ha decretato il fallimento di quattro banche italiane, tra cui banca Etruria del padre della Boschi, condannando azionisti e obbligazionisti junior a perdere più di 1 miliardo di euro. Ha accettato la nuova disciplina sui fallimenti bancari, che oltre ad azionisti e obbligazionisti subordinati coinvolge anche i correntisti sopra i 100 mila euro in caso di liquidazione della Banca.