La campagna Ue per l’acqua pubblica raggiunge il traguardo del milione di firme. In meno di sei mesi, il Movimento europeo per l’acqua è riuscito a consegnare a Bruxelles il numero di sottoscrizioni richiesto per chiedere alla Commissione Ue una proposta legislativa che difenda i servizi idrici dai tentativi di privatizzazione.
L’annuncio ufficiale arriva dal vicepresidente della Commissione Ue Maros Sefcovic: un milione di persone ha aderito alla campagna Right2Water attraverso lo strumento noto come Iniziativa dei cittadini europei, che permette di sottoporre a Bruxelles temi di interesse comunitario, raccogliendo appunto un milione di firme in almeno sette paesi dell’Unione.
Il comitato promotore – che raccoglie una serie di organizzazioni in Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia (con Cgil Funzione pubblica e Forum italiano dei movimenti per l’acqua), Olanda, Repubblica Ceca, Romania e Spagna – ha centrato l’obiettivo in meno di sei mesi. E ha già annunciato di voler doppiare il traguardo: la campagna continuerà fino a settembre per arrivare a due milioni di firme e mettersi al sicuro dal rischio che parte delle adesioni vengano considerate non valide.
Una volta terminata la raccolta, infatti, le sottoscrizioni devono essere certificate dalle autorità competenti degli stati membri coinvolti. Solo a quel punto l’Ice viene trasmessa alla Commissione europea, che deve esaminare la richiesta e decidere come procedere.
Nel caso di Right2Water, la richiesta rivolta a Bruxelles è di proporre norme comunitarie per l’accesso universale all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari e contro la privatizzazione, in linea con lo slogan dell’iniziativa “L’acqua è un diritto, non una merce”.
Gli organizzatori della campagna saranno chiamati ad illustrare l’iniziativa all’Esecutivo Ue e potranno presentarla in un’audizione pubblica al Parlamento europeo, dove la presidente della commissione Petizioni Erminia Mazzoni si è già detta pronta a convocarli. Il tutto, entro tre mesi, scaduti i quali la Commissione europea dovrà adottare una comunicazione con le conclusioni sull’Ice.
Lì l’Esecutivo Ue spiegherà come intende procedere e, se lo riterrà impossibile, dovrà motivare l’eventuale decisione. La strada da qui in poi non è affatto in discesa: la proposta della Commissione potrebbe non arrivare; agli stati membri, soprattutto ad alcuni, l’idea di sottrarre al mercato una risorsa così preziosa probabilmente sembrerà fuori discussione. La mobilitazione dovrà essere ancora maggiore a quel punto per strappare un risultato.
Intanto, un importante risultato è stato raggiunto e ad ammetterlo è lo stesso Sefcovic: “L’obiettivo delle iniziative dei cittadini europei è quello di innescare dibattiti paneuropei sulle questioni che preoccupano i cittadini di tutta Europa e ottenere che quelle questioni entrino nell’agenda comunitaria. Right2Water ha certamente ottenuto questo”.
Angela LambogliaIl Cambiamento