Il Governo finalmente mette mano alla sanità. Ma naturalmente, lo fa solo per tagliare: 2,352 miliardi di euro nel 2015 e per i prossimi anni. E’ la cosiddetta “intesa Stato-Regioni”, quella su cui il presidente Chiamparino aveva annunciato gran battaglia.
Avrà combattuto la battaglia con spade di legno perché, dopo mesi di balletti tra Governo e Regioni, l’intesa è arrivata fino in fondo senza problemi. O meglio: alcune Regioni si sono tirate fuori, come Sicilia, Campania, Puglia, Liguria e Veneto e il ministro Lorenzin sembra quasi prenderle in giro quando le ringrazia per essersi tolte di mezzo ed aver contribuito così a una firma più rapida e con meno ostacoli. D’altronde, nell’Europa dell’austerity figuratevi quanto contano i cittadini di questa o quella regione.
Austerity che anche in questo caso continua ad essere pervicacemente seguita dal governo Renzi, nell’ansia di compiacere padron Troika. I tagli alla sanità non sono affatto indolori (anche questo avevano “promesso”, figuratevi voi): tagli alle le prestazioni specialistiche e riabilitative e riduzioni dello stipendio a medici che non risparmiano. La spesa farmaceutica però non l’hanno toccata: le case produttrici, le “big pharma”, sanno come tutelare i loro enormi interessi economici.
Quasi due miliardi e mezzo di euro, quindi, che finiscono cancellati dai servizi ai cittadini. Per l’ennesima volta la sanità diventa il bancomat per dare ossigeno ai conti (togliendolo ai cittadini) e per rispettare il sacro dogma dell’austerity. I Presidenti delle Regioni avrebbero potuto rifiutarsi di siglare l’accordo oppure cominciare a tagliare partendo dai costi della politica e delle sue consulenze, come gli abbiamo chiesto tempo fa inviandogli una lettera ufficiale. Niente da fare, sono andati dritti a testa bassa.
Temiamo per la sanità pubblica italiana, che (malgrado tutto) è la terza del mondo, secondo la classifica di Bloomberg. Ma sapete chi ha fornito i relativi dati a Bloomberg? La Banca Mondiale, l’OMS e il Fondo Monetario Internazionale. Proprio gli stessi che ci chiedono di smantellare la sanità in nome dell’austerity. Chissà se ci sono… o ci fanno.