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La nostra proposta di legge per un’alimentazione sostenibile

dieta-vegetariana-thumb-500x282-33791Dobbiamo metterci a dieta. No, questo non è un post pre-prova del costume. Siamo qui a raccontarvi della nostra nuova proposta di legge, che punta a coniugare alimentazione, salute e ambiente.

Secondo il Dipartimento della salute Usa ogni anno dovremmo consumare al massimo 50 kg di carne e uova annui pro-capite. Invece, nel nostro Paese secondo i dati Fao del 2009, il consumo medio complessivo di carne e uova è di 103 kg l’anno. Più del doppio!

La letteratura scientifica ci ricorda che elevati consumi di carne e derivati sono associati ad aumentata insorgenza di molte malattie. Tra cui, ad esempio, le malattie cardiocircolatorie, il diabete e il cancro, tra i grandi killer di questo secolo.

Ma non parliamo solo di impatto sulla salute. Anche l’ambiente ha i suoi contraccolpi legati ad un regime alimentare impostato su un eccessivo consumo di proteine animali.

Infatti per poter far fronte alla domanda di carne, gli allevamenti di animali sono diventati sempre più intensivi aumentando così drammaticamente, non solo la sofferenza di milioni di esseri viventi ridotti a puro oggetto da consumo alimentare, ma il suo impatto ambientale.

Si tratta di risorse alimentari e idriche, inquinamento delle acque, uso delle terre, deforestazione, degradazione del suolo ed emissioni di gas serra.

Giusto qualche numero significativo: gli allevamenti contribuiscono per il 18% alle emissioni mondiali di gas serra. Su un ettaro di terra, nello stesso periodo di tempo, si possono produrre 1.000 kg di ciliegie, 2.000 kg di fagiolini, 4.000 kg di mele, 6.000 kg di carote, 8.000 kg di patate, 10.000 kg di pomodori, 12.000 kg di sedano, oppure…50 kg di carne di manzo.

Insomma, ridurre il consumo di alimenti di origine animale deve diventare un obiettivo prioritario non solo del nostro Paese ma dell’intero sistema globale di consumo e produzione di alimenti.

Ed ecco la nostra proposta di legge, che da oggi trovate anche su Lex per accogliere tutte le vostre osservazioni.

Sette articoli, un disegno snello ma secondo noi potenzialmente rivoluzionario, che non solo vuole offrire una risposta efficace al crescente numero di persone che scelgono di cambiare il proprio stile alimentare riducendo o eliminando la carne e suoi derivati dai propri menù, ma che apre alla possibilità di confronto sul rapporto tra alimentazione, salute e protezione dell’ambiente.

Nel dettaglio in Italia ancora non esiste una legge che obblighi gli esercenti e i gestori di mense pubbliche e sociali a prevedere pasti alternativi a quelli convenzionali di carne, pesce, latticini e uova.

Considerato che in Italia quasi 8 milioni di persone pranzano quotidianamente in una mensa, aziendale, scolastica, carceraria o ospedaliera e che tra questi i vegetariani e i vegani incontrano notevoli difficoltà, non riuscendo a trovare pasti completi e bilanciati senza ingredienti di origine animale (che è cosa diversa dall’accontentarsi di quanto offre la cucina no vegetariana della mensa) questa proposta di legge mira in primo luogo a colmare questo vuoto.

In linea con i principi generali (articolo 1) la proposta di legge dopo aver delineato alcune definizioni fondamentali (articolo 2) quali quelli di dieta alimentare, filiera corta, chilometro utile definisce l’ambito di applicazione della stessa (articolo 3) e in particolare stabilisce che sia garantita un’adeguata disponibilità di menù privi di qualsiasi alimento di origine animale in tutte le mense pubbliche.

Al fine di offrire anche uno spunto di curiosità e di approfondimento per tutti in relazione al menù privo di qualsiasi alimento di origine animale l’articolo 4 prevede il “Giorno settimanale per le diete a ridotto impatto ambientale ed elevato standard di salute”, cioè il giorno della mensa sostenibili.

L’articolo 5 poi prevede incentivi all’utilizzo dei prodotti agroalimentari provenienti da filiera corta a chilometro utile in modo da privilegiare le produzioni locali riducendo altresì l’inquinamento prodotto dal trasporto dei prodotti stessi.

Nell’articolo 6 ci sono delle misure per la promozione dell’educazione alimentare sia mediante appositi finanziamenti elargiti dal Ministro della pubblica istruzione sia prevedendo l’inserimento dell’insegnamento di nozioni di nutrizione, gastronomia e ristorazione vegetariana e vegana nei programmi didattici destinati agli istituti professionali alberghieri e agli istituti professionali per i servizi alberghieri e ristorativi.

Buon appetito a tutti!

Scritto da M5S Camera News

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