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Una pioggia di tasse sulla casa

tassa_casaLe tasse sulla casa continuano ad aumentare, a dimostrazione di quello che il M5S ripete da tempo: la ripresina di Pil e occupazione non è avvenuta per merito del Governo, ma NONOSTANTE il Governo. Se infatti è vero che ad aprile le domande di mutui per l’acquisto di abitazioni sono cresciute del 72% rispetto ad un anno fa, anche la pressione fiscale sulla casa è aumentata in parallelo, come fotografano i dati dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE). Questo significa che l’austerità suicida del Governo rischia di vanificare una congiuntura internazionale fortunatissima, con il prezzo del petrolio basso, l’euro svalutato e i tassi di interesse ai minimi storici.

Vediamo i numeri.

Da una parte il parziale ritorno delle famiglie agli sportelli bancari e l’aumento delle compravendite di case nei primi tre mesi del 2015 (+0,8% rispetto all’ultimo trimestre del 2014), dall’altra i 10 miliardi in più di imposte sulla casa dal 2011 al 2014 (da 32 a 42 miliardi tra Imu, Tasi, Irpef sulle seconde case, Ires, Iva, successioni e donazioni, registro e bollo sulle locazioni e cedolare secca). Se consideriamo che il Pil italiano del 2014 è molto più piccolo di quello del 2011 diventa evidente che le tasse sulla casa si sono letteralmente moltiplicate rispetto ai redditi degli italiani.

Non solo. Per la prossima Legge di Stabilità è già pronta la cosiddetta Local Tax, che con la scusa di semplificare la tassazione locale servirà ad aumentare ancora le pretese dello Stato nei confronti degli Enti locali. Seguirà un nuovo aumento della pressione fiscale e il settore immobiliare ne sarà certamente colpito.

La logica dell’austerità che il Governo applica sotto la dettatura della Troika soffoca ogni spiraglio di crescita e risponde ad interessi inconfessabili lontanissimi da quelli nazionali. Anche limitandoci al settore immobiliare ci sono decine di proposte utili per agganciare la ripresa, inattuabili all’interno dei rigidi vincoli europei. L’ANCE, ad esempio, concorda con il M5S sulla necessità di stabilizzare gli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici (Ecobonus). Il traino di una misura come questa sarebbe formidabile, coinvolgendo occupazione, gettito fiscale e Pil. Sull’Ecobonus il M5S sta impegnando il Governo con una mozione per stabilizzarlo fino al 2020. Certo, per dare seguito a questa proposta il Governo dovrebbe sforare il parametro del 3% deficit/Pil come da anni stanno facendo Spagna e Francia, ma si sa che il nostro Presidente del Consiglio preferisce seguire fedelmente gli ordini di mamma Bce.

Secondo i dati Istat 2011 il 72,1% delle famiglie italiane è proprietaria della casa in cui vive, proiettando il nostro Paese ai vertici europei. L’accanimento del Governo sulla casa è quindi comprensibile: per impoverire il popolo italiano non c’è via più rapida.

Scritto da M5S Senato News

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