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Sibilia: “Tutti uniti contro le trivellazioni”

_DSC8150Gesualdo,il parlamentare del M5S denuncia i danni ambientali della ricerca di petrolio.

<<I sindaci della provincia impegnino me e i parlamentari irpini come hub per unirsi e bloccare le trivellazioni. Esistono storie di successo in Italia,dove anche grazie ai ricorsi al Tar si è riusciti a fermare i pozzi>>. E’ l’appello lanciato ieri pomeriggio a Gesualdo ai primi cittadini irpini dal deputato del Movimento 5 Stelle Carlo Sibilia in occasione dell’incontro-dibattito organizzato sul tema <<L’Irpinia del futuro>> dal Meetup <<Amici di Beppe Grillo>> di Avellino. <<I sindaci hanno un grande potere. Solo unendosi possono essere sconfitti certi mostri, come chi vuole il petrolio in Irpinia. Vorrei che i parlamentari irpini fossero visti come uno strumento nelle mani dei sindaci per condividere insieme un’istanza contro questi scempi>> ha detto Sibilia, seduto al tavolo dell’incontro, presso palazzo Pisapia, insieme ad esperti e geologi.
<<La questione irpina sul petrolio rimane tutt’ora irrisolta dal momento che la Via ancora non si è espressa>> ha esordito l’attivista Simona Russo che ha moderato il dibattito. <<Perché si chiede di trivellare il territorio? Sono partito da questa domanda per sfatare certe falsità>> ha spiegato il _DSC8147deputato che ha smontato dati alla mano, fatti scorrere sulle slide, le occasioni di sviluppo paventate dalle società petrolifere. <<Non è vero che col petrolio avremo più energia. L’esempio viene dalla Basilicata dove il greggio non è né di tipo brent né wti texano ma di pessima qualità. Lo stesso stabilimento della Val d’Agri produce il 6% del fabbisogno nazionale. Solo 20 i giorni di consumo di energia fossile dati al paese dal più grande stabilimento di estrazione petrolifera>> ha fatto sapere Sibilia. E ancora: <<Ci sarà più lavoro? E’ una totale falsità. A Viggiano per esempio non ci sono lucani impiegati. Così sarebbe pure in Irpinia dove non ci sono le specializzazioni richieste. Più soldi per la comunità? Sono spiccioli gli euro all’anno in royalties quelli ricevuti dalla Basilicata. Il danno non quantificabile è poi quello alle imprese agricole. Idrocarburi sarebbero stati trovati anche nel miele delle api. Questo significa declassare le specialità>>.L’invito del deputato 5 Stelle e degli esperti che sono intervenuti è quello di non dimenticare poi che la Basilicata è la regione più povera e con la più alta incidenza di tumori. Cosa fare allora? Fare investimenti seri sull’oro vero rappresentato dai prodotti agroalimentari e dal vino in particolare perché il mercato del futuro, in Irpinia, sta nel ciarambinoturismo e nelle eccellenze che la terra regala.
<<Sosteniamo una battaglia contro il governo che col decreto Sblocca Italia intende devastarlo – ha rincarato Valeria Ciarambino, candidata alla presidenza della Regione Campania -. E’ assurdo tutto questo. Le trivellazioni sono state accelerate con autorizzazioni facili alle lobby del petrolio. Sono arrabbiata con la Regione che sta timidamente iniziando a prendere una posizione. A questa terra deve essere restituita la sua vocazione alla bellezza>>. Arrabbiato contro chi ha avvalorato il primo studio di impatto ambientale della Cogeid si è detto il geologo Franco Ortolani che ha ribadito l’assurdità di scegliere come zona da trivellare un’area con una debolezza crostale nota. Alle altre perplessitàortolani a un simile progetto, avanzate dal geologo Vincenzo Briuolo, da Luigi Frusciante e Riccardo Vecchio dell’Università Federico II di Napoli, si è fatta spazio alla fine la voce accorata dell’imprenditore Ferrante Di Somma, delle cantine Di Marzo: <<Non vendiamo solo un prodotto ma un sogno. Questo territorio è già stato abbastanza rovinato. Le trivellazioni sarebbero il colpo finale. Già la terra dei fuochi ha inciso negativamente sui prodotti campani. Parafrasando Kennedy potremmo dire “non vedete cosa fa il paese per voi ma cosa fate voi per il paese”. O ci riprendiamo il paese o possiamo andare via>>.

di Loredana Zarrella
Il Mattino di Avellino 22.0.2015

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