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Matteo, inauguratore seriale di aziende (degli amici)

matteo inauguraA BARI RENZI HA BATTEZZATO LA FABBRICA DI VITO PERTOSA, FINANZIATORE DELLA LEOPOLDA.

Diciamo che è un po’ un vizio. Niente di illegale, però è bizzarro: ci sarà in Italia una fabbrica, una realtà produttiva meritevole di una visita del presidente del Consiglio che non appartenga a qualche suo amico, finanziatore, alleato? Ieri pomeriggio, per dire, Matteo Renzi ha inaugurato lo stabilimento Sitael – una società che opera nel settore dell’aviazione e dell’aerospazio – a Mola di Bari: il proprietario, informano le agenzie, è la “Angelo Investments” di Vito Pertosa, che è pure a capo del Gruppo MerMec, storica impresa di Monopoli (Bari), che lavora tra gli altri per le Ferrovie dello Stato ed è già stata benedetta da una visita del premier a maggio, durante la campagna per le Europee.
NIENTE DI MALE, ma Vito Pertosa risulta essere un grande sostenitore del Pd in generale e di Renzi in particolare fin dalla prima Leopolda (era presente): ieri ad esempio, a Mola di Bari, c’era pure Romano Prodi, di cui Pertosa fu finanziatore anche per via dell’amicizia con Angelo Rovati, plenipotenziario del Professore per i rapporti con le imprese. Questioni di opportunità, ad esempio, potevano consigliare il presidente del Consiglio di non fare la seconda visita in due mesi a uno stabilimento della famiglia Per-tosa, visto che il Gruppo – assicurano al Fatto Quotidiano fonti del ministero per lo Sviluppo – riceve anche fondi pubblici: oltre sei milioni di euro nell’ultimo anno. Il rapporto tra Pertosa e Renzi, però, è talmente forte che supera persino l’imprenditoria: sui giornali pugliesi a lungo l’imprenditore è stato dipinto come il candidato del premier, in funzione anti-Emiliano (nel senso di Michele), alle primarie per il governatore pugliese.
Chiedergli cautela, comunque, è inutile. In questo Renzi è molto “americano”: non nasconde i suoi rapporti, renzi-farinettianche economici, anzi li esibisce. Nel dicembre scorso, per dire, appena diventato segretario del Pd, si presentò a inaugurare la sede di Eataly di Firenze: il patron Oscar Farinetti, come si sa, è uno degli imprenditori più vicini al capo del governo e qualcuno lo vaticinò pure ministro.
DA PRESIDENTE del Consiglio, va detto a suo merito (forse), non ha cambiato abitudini. A maggio, per dire, oltre afare la prima visita in un impianto di Pertosa, durante un tour elettorale in Emilia Romagna, ci ha regalato delle indimenticabili foto mentre si allena nel Technogym Village di Cesena: il giovane premier è attento al fisico, si sa, e accanto a lui – tanto in palestra a sudare che nel cortile della fabbrica per i flash – c’è un signore che risponde al nome di Nerio Alessandri, che poi è il fondatore e proprietario di Technogym, nonché storico finanziatore degli happening renziani. Pure durante il tour nel Mezzogiorno fatto a Ferragosto, il capo del governo ha trovato il modo di far visita a un amico: Renzi, durante la sua permanenza-lampo a Napoli, annullò le passeggiate a Scampia e a Pompei e andò invece a Ponticelli, dove ha sede la K4A (Knowledge for aviation), impresa che produce elicotteri leggeri fondata e diretta da Dario Scalella, manager napoletano e amico del premier (che peraltro Luigi De Magistris ad aprile aveva fatto fuori da Napoli Servizi Spa a favore di un presidente in quota Udc, Domenico Allocca). Anche in questo caso il rapporto di stima va oltre la politica, visto che Scalella è stato inserito nella terna dei possibili presidenti della Autorità portuale di Napoli e in questi giorni il suo nome viene associato con costanza anche alla carica di commissario per il risanamento dell’area di Bagnoli.
PURE LA VISITA di venerdì scorso, al nuovo stabilimento delle Rubinetterie Bresciane a Gussago, è stato calcolato in un’ottica – per così dire – amicale. È servito a Renzi, infatti, per cementare plasticamente l’alleanza con la Confindustria di Giorgio Squinzi (l’economia reale) contro il circoletto dei poteri spompati riuniti al Forum Ambrosetti di Cernobbio, tradizionale punto d’incontro tra la finanza privata e quel “capitalismo di relazione” sempre esecrato da Renzi (a meno che le relazioni non siano le sue).
La nuova fabbrica del Gruppo Bonomi – guidato da Aldo Bonomi, vicepresidente di Confindustria con delega alle politiche territoriali, ai distretti industriali e alle reti d’impresa – è stato il palcoscenico in cui il premier ha rilanciato la veltroniana “alleanza dei produttori” contro l’immobilismo dei salotti. È vero che tanto Squinzi che Bonomi non sono tanto a loro agio col nuovismo renziano e, a quanto risulta, non sono nemmeno mai stati alla Leopolda. Nella vita, comunque, per fare ammenda c’è sempre tempo.

di Marco Palombi
Il Fatto Quotidiano 14.09.2014

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