Sono 400 mila le famiglie in situazione di precarietà abitativa. E per queste famiglie il governo non solo non ha risposte, ma neanche i soldi. Lupi la smetta con la favoletta dei fondi stanziati per il piano casa. Numeri alla mano, quei soldi non ci sono.
Nel Milleproroghe abbiamo chiesto la proroga degli sfratti ancora per un anno, per consentire l’attuazione del decreto Lupi. Perché sospendere la proroga degli sfratti e non prevedere alternative, come vuole fare il governo, è un suicidio di massa. Genererà una guerra sociale in piena regola.
Nel 2013 ci sono stati 73.500 sfratti secondo fonti ministeriali diffuse dall’Unione Inquilini, di cui 5400 per finita locazione. Il prefetto di Roma Pecoraro ha previsto che quest’anno, solo a Roma, saranno più di 7mila. Le risorse messe a disposizione dal piano casa per le ristrutturazioni che dovrebbero rendere immediatamente disponibile il patrimonio pubblico per l’emergenza abitativa ammontano a 69 milioni di euro per interventi di minore entità ovvero quelli di quelli di importo inferiore ai 15 mila euro.
Quindi, a conti fatti, ci sono soldi solo per 4000 appartamenti.
Invece per interventi di ripristino e manutenzione straordinaria ci sono 30 milioni di euro per l’anno in corso, il 2016 e il 2017 e 40 per il 2018. E quindi si potranno ripristinare solo 600 appartamenti.
Siamo molto lontani dal poter aiutare 400 mila famiglie e l’accesso ai fondi di cui parla il ministro Lupi (morosità incolpevole e affitti) in molte città non è ancora attuato.
Del decreto Lupi si sono perse le tracce: il decreto attuativo dell’articolo 4 doveva essere pubblicato in Gazzetta ma stiamo ancora aspettando. Noi come M5S abbiamo depositato interrogazioni, risoluzioni e oggi abbiamo presentato due emendamenti nel Milleproroghe per sospendere gli sfratti da finita locazione. «Che fine ha fatto l’attuazione dell’articolo 3 del decreto Lupi in cui si tratta l’alienazione del patrimonio pubblico, e del 4, la ristrutturazione e la riqualificazione degli immobili pubblici a scopo abitativo».
Inoltre abbiamo chiesto un incontro con lo stesso ministro ma, dopo una prima disponibilità comunicata ufficialmente, non ci è stata ancora fornita la data dell’appuntamento.
«E abbiamo appena comunicato all’Unione inquilini la nostra disponibilità a incontrarli e ai comitati che saranno in presidio domani a Montecitorio che saremo con loro: dentro il Palazzo sì, ma soprattutto in piazza con le persone.