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Il Pd salva l’indagato Azzollini (Ncd): intercettazioni “rosse” di vergogna?

azzoliniAl Senato della Repubblica il presidente della Commissione Bilancio è indagato per truffa allo Stato, associazione a delinquere, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali.

Si chiama Antonio Azzolini, del Nuovo Centro Destra. Ieri tutti i partiti dal Pd a Forza Italia, passando per Lega e Ncd, hanno detto NO all’uso da parte della magistratura delle intercettazioni a suo carico per proseguire e sviluppare indagini. Solo il Movimento 5 Stelle, Sel e il solitario Felice Casson, relatore per il Pd che è arrivato ad autosospendersi dal suo partito in dissenso, hanno dato parere favorevole all’utilizzo delle intercettazioni.

Azzolini, come Totò che vendette la fontana di Trevi, è accusato di aver avallato, quando era sindaco di Molfetta, l’irrealizzabile progetto del Porto commerciale della città, nonostante quelle acque fossero impraticabili per la presenza sui fondali di migliaia di bombe residuate della seconda guerra mondiale.

Il Comune di Molfetta, pur sapendo dal 2005 (circa due anni prima dell’affidamento dell’appalto) che i fondali interessati dai lavori erano impraticabili per la presenza degli ordigni bellici, ha attestato falsamente che l’area sottomarina era accessibile. In questo modo si è consentita illegittimamente la sopravvivenza dell’appalto e l’arrivo di nuovi fondi pubblici.

Secondo la Procura di Trani, avrebbe veicolato a favore del Comune un ingente ‘fiume’ di danaro pubblico: oltre 147 milioni di euro, 82 milioni dei quali ottenuti dall’ente comunale a fronte della realizzazione del nuovo porto, il cui costo iniziale era previsto in 72 milioni di euro. I fondi del porto (mai realizzato) sarebbero serviti per coprire buchi di bilancio del Comune e perfino le spese correnti, facendo così sembrare i conti in ordine. Non male per un presidente di Commissione Bilancio del Senato!.

L’opera (appaltata nell’aprile del 2007, con consegna lavori nel marzo 2008) non è stata finora realizzata e non vi è neppure la possibilità che i lavori possano concludersi nei termini previsti dal contratto di appalto.

Per questa brutta storia, l’esponente del partito di Alfano, insieme ad altri sessanta tra amministratori e imprenditori, è indagato per una maxi-truffa allo Stato da 150 milioni di euro e l’area destinata al nuovo porto commerciale di Molfetta è stata sottoposta a sequestro.

Giusto un anno fa il Movimento 5 Stelle chiese le sue dimissioni da presidente della Commissione Bilancio e senatore.

Ma Azzolini è ancora lì e tutti lo difendono, compreso il Partito Democratico. Perchè? Cosa c’è di così scomodo in quelle intercettazioni che tutti i partiti, dal Pd a Forza Italia passando per la Lega, non vogliono siano utilizzate?

Quello che sappiamo per certo è che il contratto di appalto per il nuovo porto è assegnato ad un’Ati composta da tre grandi aziende italiane. Dalla “coop rossa” CMC di Ravenna (capofila), la Sidra e Impresa Cidonio.

La CMC è la stessa degli appalti della Tav in Val di Susa, del Dal Molin e dell’EXPO di Milano.

Non è che il coinvolgimento della coop rossa CMC di Ravenna, affiliata a Legacoop, abbia frenato il Pd e spinto all’ignobile censura delle intercettazioni di Azzolini?

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