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Il Conta-Balle

Renzi-al-SisiNon ci accontenteremo di verità presunte, di comodo. Vogliamo che si individuino i reali responsabili della morte di Giulio Regeni e che siano puniti”. Parole che farebbero pensare a una faccia feroce, accompagnata da un digrignar di denti e da un mulinar di mani, se a pronunciarle non fosse il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che ha sempre l’aria vagamente assonnata di quello che passa di lì per caso. La fine è nota: il governo si accontenterà di verità presunte, di comodo. Come fece il governo B. per l’assassinio di Nicola Calipari da parte di militari Usa a Baghdad. Come fecero tutti i nostri governi per tutti i crimini Usa in Italia, dalla strage del Cermis al sequestro di Abu Omar (i giudici milanesi avevano individuato i colpevoli, americani e italiani, ma i primi furono salvati dalla grazia di Napolitano e Mattarella, i secondi dal segreto di Stato apposto da Prodi, B., Monti e Letta). Per fortuna il dittatore egiziano Al-Sisi non ci ha ancora rinfacciato i casi di Cucchi, Aldrovandi, Uva e di tutte le altre vittime di abusi delle forze dell’ordine, come pure i manifestanti massacrati alla Diaz e a Bolzaneto nel G8 di Genova 2001. E non ha ancora osservato che, prima di denunciare le torture d’Egitto, dovremmo forse istituire il reato di tortura, come ci impegnammo a fare appena 32 anni fa siglando la convenzione Onu. E non ci ha ancora rammentato che le nostre istituzioni seguitano a coprire i protagonisti della trattativa Stato-mafia, costata la vita a Borsellino e alla scorta nel ‘92 e ad altri innocenti a Firenze, Roma e Milano nel ‘93.”

“A ogni scandalo eccellente, i nostri governi invocano e promettono “tutta la verità”, “massima trasparenza”, “piena luce”, “chi ha sbagliato pagherà”. Poi fanno il contrario. Il 20 novembre 2014, dopo la sentenza di Cassazione che dichiarava prescritti i delitti per le morti da amianto all’Eternit di Casale eternitMonferrato, Renzi giurò: “Mai più prescrizione”: sono passati 448 giorni e la riforma della prescrizione è sempre bloccata dai veti dei centristi e di parte del Pd. Però, dài, c’è tempo. Nel dicembre 2014, dopo la prima retata di Mafia Capitale, si scoprì che Salvatore Buzzi aveva finanziato il Pd a una cena elettorale, ma Renzi promise di pubblicare subito la lista di tutti i finanziatori del partito: sono trascorsi 427 giorni e non s’è visto niente. Ma non disperiamo. Il 3 aprile 2015, dopo il blitz dei giudici di Napoli contro Cpl Concordia coinvolta in storie di camorra e corruzione, si scoprì che la coop rossa aveva finanziato con 5mila euro il Pd. Dopo 303 giorni il Pd non ha ancora restituito quei soldi puzzolenti. Ma non poniamo limiti alla Provvidenza. Il Patto del Nazareno, firmato da Renzi e B. il 18 gennaio 2014 per fornire una maggioranza occulta di scorta al governo Renzi (prima con B. poi col solo Verdini), attende di essere divulgato agli elettori da 754 giorni. Ma fate pure con comodo. Alma Shalabayeva, moglie di un dissidente kazako, viene rapita e deportata con la figlioletta il 29 maggio 2013 dalla polizia italiana su ordine del Viminale a gentile richiesta dal regime di Astana. “Se il ministro Alfano non sapeva, è grave; se sapeva, è anche peggio”, dice giustamente Renzi. Sono passati 989 giorni e non si sa ancora se Alfano sapeva o non sapeva: si sa però che Renzi l’ha confermato ministro dell’Interno. Il 20 agosto 2015 il clan Casamonica seppellisce a Roma il suo boss defunto con tutti gli onori, compresa una carrozza d’epoca con cavalli e un elicottero che lancia petali di rosa: scandalo mondiale, “piena luce”, “chi ha sbagliato pagherà”, poi silenzio di tomba per 170 giorni. L’Expo di Milano è finita il 31 ottobre, ma a 103 giorni di distanza non si sa ancora quanti visitatori ha davvero avuto, quanto è costata e quanto ha incassato: sennò col cavolo che Sala avrebbe vinto le primarie millantando un trionfo tutto da dimostrare.” E gli scontrini delle “spese di rappresentanza” di Renzi sindaco di Firenze? Per sette pasti a spese di Roma Ignazio Marino viene sfiduciato il 30 ottobre dal Pd per ordine di Renzi, il quale però nasconde – con l’amorevole aiuto del successore Nardella – la lista dei suoi scontrini, malgrado la legge sulla trasparenza obblighi il sindaco ad accogliere la richiesta di accesso agli atti di Sel, Fdi e 5Stelle: l’attesa dura da appena 104 giorni, che sarà mai. L’11 dicembre 2015, in pieno crac di Etruria e delle altre tre banche decotte, Renzi tenta di placare la furia dei risparmiatori con un impegno preciso: “Subito una commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche con poteri giudiziziari”, mai vista dopo 62 giorni. Il 15 dicembre Il Fatto rivela che il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, che indaga su Etruria, è pure consulente del governo Renzi: il Csm apre una pratica, ascolta il pm fra bugie e omissioni, ma 58 giorni dopo Rossi continua a indagare su Etruria.
L’8 gennaio il Fatto racconta che 50 orologi di lusso, in parte Rolex d’oro, donati dal governo saudita alla delegazione italiana in visita a Ryad al seguito del premier, non sono stati restituiti alla PA come prevede la legge: Palazzo Chigi promette chiarezza, ma dopo 34 giorni nessuno sa che fine han fatto. un po’ come per il colpevole delle statue inscatolate. Ieri, chiedendo informazioni a chi di dovere su quanto costa e chi paga l’Air Force Renzi, abbiamo scoperto che è tutto top secret per “ragioni di sicurezza”, come gli abusi edilizi di B. a Villa Certosa. Però sia chiaro: tutta la verità, piena luce e massima trasparenza.
Noi comunque, per non dimenticare, teniamo il conto, anzi il Conta-Balle. Diceva Bertolt Brecht: “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi conoscendola la chiama bugia è un delinquente”.

Marco Travaglio
Il Fatto Quotidiano 11.02.2015

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