Nella Valle del Sauro, in Basilicata, i cittadini si oppongono al progetto “Tempa Rossa”, maxi giacimento da 50mila barili di greggio al giorno di Total, Shell e Mitsui. Entro il 2016 dovrebbero entrare in attività 8 pozzi, tra Gorgoglione e Corleto Perticara. Ma è un affare anche pugliese, visto il coinvolgimento dell’oleodotto Viggiano-Taranto. A metà luglio il presidente del Consiglio Renzi aveva definito “comitatini” le realtà che si oppongono alla devastazione ambientale delle trivelle.
Dall’alba del 28 luglio 2014 alcuni cittadini hanno bloccato gli ingressi di uno dei cantieri della Total a Gorgoglione, in provincia di Matera. Un presidio “a tempo indeterminato” -così è stato definito dai manifestanti- fino a quando non riusciranno ad avere un colloquio con il primo ministro Matteo Renzi e con Nathalie Limet e Sylvain Nothhelfer, rispettivamente amministratore delegato di Total Italia e responsabile del progetto Tempa Rossa, giacimento da 50mila barili di greggio al giorno, la cui titolarità è della società francese al 50%, con gli anglo-olandesi di Shell(25%) e i giapponesi di Mitsui (25%). I cittadini e gli agricoltori di questa parte della Basilicata, la Valle del Sauro, chiedono -come messo nero su bianco su un volantino distribuito per l’occasione- il rispetto “della dignità e dei diritti dei cittadini lucani che da anni continuano a subire i danni arrecati da queste estrazioni senza regole […] delle leggi nazionali ed europee in materia ambientale e sanitaria, monitoraggi compresi […] per i tanti disoccupati del luogo illusi da false promesse e voti di scambio”.
Una denuncia forte, che arriva da un territorio che verte in una condizione socio-demografica disastrosa. Siamo nell’area della Basilicata con le peggiori performance economiche, caratterizzata da alti tassi di disoccupazione, spopolamento ed emigrazione. Un territorio al quale la Total ed i suoi investitori non vogliono però rinunciare, perché il “piatto” è ricco.Tempa Rossa è un giacimento scoperto nel 1989, appartenente alla concessione di coltivazione “Gorgoglione”, che a pieno regime potrebbe portare all’estrazione di 50mila barili di greggio al giorno su un giacimento stimato di oltre 500 milioni di barili di petrolio equivalente, di cui 440 sarebbero i milioni di barili recuperabili. Un affare -secondo le stime fatte dal sito inglese della Mitsui- da 1,6 miliardi di euro. Già quasi completamente coperti grazie all’intervento del Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica), che con una deliberazione del marzo 2012 (n.18 del 23 marzo 2012) ha stilato un programma d’investimenti pari a 1,3 miliardi di euro. Un’opera considerata strategica e di “pubblica utilità” il cui progetto di sviluppo prevede entro il 2016 la messa in produzione di 8 pozzi (6 già esistenti, 2 da perforare) nei comuni di Gorgoglione e Corleto Perticara. Quest’ultimo ospiterà anche il centro olio, per il quale l’amministrazione comunale -con delibera di giunta n.95 del 28 novembre 2013- ha concesso alla Total un diritto di superficie pari a 99 anni. Infine, un centro di stoccaggio di GPL che prevede al realizzazione di 2 serbatoi della capacità totale di 3.000 metri cubi nel comune di Guardia Perticara, che ospita già una discarica di rifiuti petroliferi della Semataf srl che, a breve, diventerà il più grande invaso d’Europa con una capacità complessiva di smaltimento pari a mezzo milione di metri cubi ed una estensione di 25 ettari. Ad autorizzarla, il 26 maggio scorso, la Regione Basilicata con deliberazione di giunta (la n.632).
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