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Renzi l’anguilla e la #leggeelettorale a 5 Stelle

legge_elettorale-proposteAvete guardato lo streaming?

Un dibattito apparentemente disteso ma tagliente, dove il MoVimento ha cercato di inchiodare al tavolo delle responsabilità Renzi e la sua ciurma.

Ripensandoci, più che un gruppo di marinai del nocchiero Italia, i piddini oggi sembravano anguille: chi aveva l’aereo in partenza, chi batteva i pugni sul tavolo, chi difendeva lo stipendio, chi cambiava discorso parlando di nostre presunte offese.

Le parole di noi pentastellati sono state semplici e chiare, come i pensieri e i desideri dei cittadini di cui siamo portavoce.

Miriamo alla governabilità, non al premio di maggioranza. Diciamo no all’ammucchiata dei partiti e stop ai condannati in parlamento. Vogliamo ripartire dalla nostra legge popolare “Parlamento pulito”.

Nell’incontro di oggi, abbiamo dimostrato di essere maturi e disposti al dialogo, ma ciò non si deve tradurre in servilismo.

Sulla legge elettorale rinunciamo alle preferenze negative, ma non facciamo passi indietro sulle multi candidature perché vogliamo evitare che i capi politici si presentino in più circoscrizioni.

L’assetto che proponiamo, con il doppio turno, è molto simile all’impianto utilizzato attualmente per i Comuni.

La legge dei sindaci è per noi un esempio e anche a questa si potrebbe applicare quello che chiedono i cittadini:

NO ai condannati nella politica!

Su questo e molti altri temi, il Pd ha nicchiato, glissato, rievocato inciuci passati…

Difficile inchiodare Renzi alle sue responsabilità, soprattutto sulla dura lotta che stiamo portando avanti in difesa della Costituzione.

Il presidente del Consiglio – ma il vero presidente morale di oggi è Luigi Di Maio che incita Renzi a non perdere la testa! –  ha molta fretta di concludere, ignorando i nostri 220 emendamenti presentati e tutti respinti.

Parlare con Renzi dell’immunità è impossibile.

Però abbiamo capito che chiamarlo bradipo e citare la P2 gli dà un fastidio incredibile…

Niente preferenze, Senato non elettivo, potere a pochi: non è questa una dittatura? Come dovremmo chiamarla?

Possiamo dialogare, ma a schiena dritta e senza mollare la presa!

Mirko Busto (M5s)

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