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Acqua-Risanamento solo nel 2033

Fondi negati, paga l’utente

Cantieri per 883 milioni in 20 anni.<<L’altra metà è attesa dalle Regioni…>> Primi investimenti quest’anno tra i 12,7 e i 15 milioni. Entro il 2016 saranno 60

Dopo anni di richieste inevase alla Regione, mentre le riserve idriche di Irpinia e Sannio sono andate assottigliandosi, saranno gli utenti e gli enti locali a farsi carico del risanamento dell’intero sistema idrico. Oltre il 60 per cento degli investimenti che nel prossimo trentennio dovranno essere realizzati, saranno garantiti dalla tariffa. Sono 886 i milioni di euro che in vent’anni forniranno gli utilizzatori irpini e sanniti. Il resto…

Nel corso dell’ assemblea che ha sancito la riappropriazione del piano d’ambito (datato 2003 nel suo aggiornamento al 2012), l’allora presidente Giovanni Colucci aveva pubblicamente richiamato alle proprie responsabilità le regioni utilizzatrici dell’acqua irpina, cioè la Campania e la Puglia. Ai governatori Caldoro e Vendola l’Ato ha chiesto di mettere mano agli oltre settecento milioni di euro che non potranno essere garantiti dalla tariffa, cioè dai cittadini, ma dovranno essere investiti da chi deve alla sorgenti dell’Alta Irpinia e delle altre zone dell’Ato 1 il proprio sviluppo economico e sociale. Nel frattempo, l’ente d’ambito, quindi i 195 sindaci ricadenti nel perimetro, si farà carico con il proprio territorio di convogliare in vent’anni oltre 800 milioni sui cantieri.
RISTABILIRE L’EQUILIBRIO ECOLOGICO. Ricordando l’ originaria ricchezza idrica del territorio irpino e sannita, Colucci ha puntato l’indice contro quelle <<criminali azioni di vere e proprie sottrazioni ambientali>>, che hanno di fatto depauperato le riserve, dissipando un patrimonio ambientale che ha definito ‘depredato’. Rispetto a quella che <<nella relazione di Piano viene definita condizione di equilibrio precario, prossima ad una crisi acuta senza ritorno>>, Colucci non ha soltanto rilanciato <<la lotta per ridurre in misura adeguata e compatibile i trasferimenti al di fuori del territorio irpino-sannita>>, oltre il semplice <<riconoscimento di adeguati compensi ambientali>>, ma ha proposto nel Piano aggiornato un contestuale << adeguamento infrastrutturale nei tre settori idrico, fognario e depurativo, insieme ad una gestione che sia rispettosa realmente del patrimonio ambientale che utilizza>>. Da queste considerazioni è scaturito un programma fatto di risparmio idrico, regolamentazione dell’utilizzo della risorsa, ma soprattutto mirato ad investimenti progressivi, diretti a riassorbire con metodo e sistema l’enorme perdita delle reti, permettendo la rigenerazione di sorgenti, pozzi e acquiferi attraverso una rimodulazione delle fonti da cui prelevare l’acqua per il consumo umano e industriale. Avendo facoltà di stabilire con la tariffa la fonte di finanziamento, in assenza di altre possibilità, l’Ato ha contenuto l’incremento degli oneri a carico dell’utenza, dando tempo sufficiente a Napoli e Bari (quindi al tavolo distrettuale meridionale) per far ripartire gli investimenti strategicamente individuati (attesi dal 2007 inutilmente).

Riepilogo del piano complessivo approvato dai sindaci

Obiettivo Importo programmato Scadenza Fontedi finanziamento
Investimento progressivo nei 30 anni 1,6 miliardi € 2013-43 Tariffa
finanziamento UE e altre risorse pubbliche
Investimento primi 20 anni 886 milioni € 2013-33 Tariffa (mutui)
Investimento conclusivo 714 milioni € 2034-43 Finanziamenti misti

Christian Masiello
Ottopagine

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