DIREZIONE DEMOCRATICA SENZA CHE VOLI UN FIATO TUTTI GLI OPPOSITORI RINGRAZIANO IL SEGRETARIO VINCENTE ACCORDO IN VISTA ANCHE SU ITALICUM E RIFORMA DEL SENATO.
LUI ORMAI non ha bisogno di provocare, rottamare, asfaltare. Gli basta limitarsi ad accogliere magnanimamente quelli che vogliono andare a lui. “Trovo allucinanti le polemiche per la foto di gruppo: non c’è nessun salto sul carro, ma un partito che è convinto di poter discutere al proprio interno con serenità”, dice. Toni di questo tipo nel Pd, quello che ha consumato le sue faide interne durante le elezioni del presidente della Repubblica, bruciando pure Prodi, il padre fondatore, non s’erano mai sentiti. Né s’erano mai sentiti toni come quelli usati in questi giorni da coloro che

Renzi racconta quello che ha intenzione di fare. Prima di tutto, il lavoro che “è la madre di tutte le battaglie”. Il lavoro secondo Poletti, è chiaro. Poi, ci sono le riforme. Il premier sia sulle riforme costituzionali, che sull’Italicum, è pronto a concedere qualche modifica. La presentazione degli emendamenti in Senato è stata spostata a martedì: si lavora a un accordo. E l’Italicum “va approvato prima dell’estate, ma non per andare a votare”. Quel 40,8% serve al premier per capitalizzare sulle riforme, ma se qualcosa andasse storto, Renzi è pronto al voto. Tra i fedelissimi c’è chi giura che potrebbe arrivare al 50%.
Non mancano i progetti per il partito, come le scuole di formazione, dove bisognerà studiare anche le serie tv americane perchè “imparare un racconto è importante”. E “Matteo” lo sa bene che la politica ai giorni nostri è prima di tutto la costruzione di un racconto avvincente e convincente. Un romanzo, al quale casomai i fatti si agganciano. “Il 40% è un accidente della storia o un obiettivo stabile?”. Una “domanda retorica”. Perché deve diventare “casa” per i dem. Perché, citando il “mitico Mike, non è il momento di lasciare ma raddoppiare”. Anche questo un omaggio non casuale: un allora occhialuto e giovanissimo Renzi partecipò alla Ruota della fortuna, sbaragliando i concorrenti. Esperienze che formano.
E allora, per dirla tutta, altro che raddoppio: “Siamo il partito della nazione”. E altro che dibattito: dopo il leader ci sono 4 o 5 interventi perlopiù di giovani sconosciuti. Bersani, Veltroni e D’Alema se ne vanno alla chetichella. I delegati chiacchierano. Non c’è più nulla da dire. Almeno per ora.
Il Fatto Quotidiano 30.05.2014