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Napoli, Renzi contestato da Bros e lavoratori Cub: bordate di fischi alll’inno nazionale

renzi_napoliI precari, che già 5 giorni fa volevano un colloquio col premier, pronti a nuove contestazioni. Striscioni dalle case della Sanità: “Presidente, quale stato sociale per i disabili?”

NAPOLI – E’ stato alla fine, quando a fine comizio in piazza Sanità è risuonato l’inno di Mameli: sono partite bordate di fischi dai precari Bros e dai lavoratori dei consorzi di bacino, che invano avevano chiesto di parlare con il premier. Pesante contestazione, condita da insulti: “Buffone, buffone!” hanno gridato i dimostranti. La manifestazione elettorale del Pd, venata da tensioni prima dell’inizio, si è conclusa così.

LA TRATTATIVA – Avevano protestato 5 giorni fa in occasione della visita di Renzi, nelle vesti di premier, anche arrampicandosi sulla Galleria della Vittoria, e ora tornano alla carica. I lavoratori dei consorzi di bacino, i “desperados” senza stipendio da 18 mesi, chiedendo di incontrare il leader del Pd prima della manifestazione in piazza Sanità a Napoli (nella foto). Una “trattativa” si è svolta tra una decina di operai e il segretario regionale Assunta Tartaglione, che ha mediato tra i contestatori e lo staff di Renzi.

STRISCIONI – Poi la piazza si è via via riempita, anche se molto lentamente: bandiere del Pd, e qualche striscione provocatorio ai balconi dei palazzi che affacciano sulla chiesa di San Vincenzo alla Sanità: “Dimostraci il cambiamento dell’Italia, abbassa gli stipendi dei parlamentari” da un lato, “Presidente, quale stato sociale per i disabili?” dall’altro. Sulla cancellata del ponte che sovrasta il quartiere Sanità è stato esposto quello dei precari Bros. Una volta iniziato il comizio del Presidente del Consiglio, è iniziata anche una protesta di un gruppo di manifestanti che hanno battuto su delle pentole in segno di protesta contro il “decreto Lupi”. E’ comparso anche uno striscione in merito: secondo i movimenti per il diritto alla casa, “il motivo principale di questa contestazione in atto è il decreto Lupi e il jobs act sulla precarieta”.

Fonte: www.ildesk.it/

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